domenica 27 dicembre 2020

Concorso Internazionale di Scrittura e Creatività Carpe Diem VIª Edizione 2020-2021

Lazio - Frascati (Roma)

Giunta alla VI edizione, la Gara poetica nazionale Carpe Diem – organizzata dall’Associazione culturale Di Terra e di Parole, con il Patrocinio del Comune di Frascati -, ha visto quest’anno una partecipazione straordinaria di autori, sia minori della categoria Poeti nascenti – rivolta alle scuole – e In crescita, sia gli Adulti. Tema proposto “ Solo l’amore resta ”: le emozioni e i pensieri della maggioranza dei poeti s’è rivolta quest’anno agli anziani, come guida di chi ci ha preceduti, come preziosa risorsa emozionale da proteggere e della quale far tesoro, come nicchia dolorosamente colpita in questo grave momento di emergenza sanitaria, memoria che si liquefa con il tempo, ma anche abbandono, lontananza, distacco nella solitudine…

Più di seicento gli elaborati solo della Categoria Adulti, hanno inondato la mail e la cassetta della posta dell’Associazione alla quale lavora alacremente l’infaticabile Presidente Matilde Ventura, mentre distanziati secondo le norme di sicurezza sanitaria, i componenti della Giuria tecnica stanno selezionando, a fatica – data l’alta qualità del materiale ricevuto – i migliori componimenti, racconti, disegni, dipinti, fotografie e video anche musicali.

Le opere finaliste saranno poi votate di nuovo e il 16 gennaio 2021 in diretta video su YouTube i vincitori leggeranno le loro opere. I premi verranno spediti.

Ormai conosciuta anche in ambito internazionale, le opere partecipanti a questa gara provengono oltre che da tutta l’Italia, anche dall’estero: Francia, Svizzera, Montenegro, Romania, Albania sono alcuni dei luoghi dai quali i poeti e gli artisti partecipanti stanno inviando i loro versi e i loro elaborati.

Una conferma importante che la poesia e l’arte, anche con il coinvolgimento di tanti giovanissimi concorrenti, sono la giusta dimensione che lancia la speranza, ingrediente indispensabile soprattutto in questo particolare periodo di emergenza e criticità.

Un antidoto che affida alla fantasia, alla creatività, alla passione la bussola per trovar la rotta verso i veri valori dell’esistenza.


Finalisti Categoria Adulti - POESIA


CLASSIFICA PROVVISORIA (IN ORDINE SPARSO)

- BARBARA SPATUZZI 
- TINA WIQUEL 
- MARIO SACCOMANNO 
- ANTONELLA RICCARDI 
- GIOVANNA SGHERZA
- DESIRE’ GIARDINO
- LARA FRANCIA
- ASSUNTA SPEDICATO
- ELISABETTA LIBERATORE
- SILVIA ORLANDI


lunedì 7 dicembre 2020

“I versi non scritti…”. Il riscatto del territorio attraverso la poesia

 Campania - Teverola (CE)

Anche in un anno particolarissimo come il 2020 nulla ha fermato la poesia. E nulla ha fermato la macchina organizzativa del Premio Internazionale di Poesia “I versi non scritti…” che ha portato a termine anche questa difficile edizione.

Un premio oramai maturo che, quest’anno, giunge alla sua quarta edizione e che ha fatto molto parlare di sé, nelle passate edizioni, sia per la notevole adesione (oltre 700 poeti da ogni angolo d’Italia), sia per i livelli qualitativamente alti dei partecipanti.

Una delle finalità del premio, infatti, è quella di valorizzare i talenti; un concorso che mira ad avvicinare i giovani alla cultura, a creare una rete tra poeti ed artisti, tra associazioni e cittadinanza. Un “Premio” che travalica i confini locali e nazionali con il chiaro intento di non escludere nessuno dalla partecipazione.

Il Premio Internazionale di Poesia “I versi non scritti”®, lo ricordiamo, è organizzato dall’Organizzazione di Volontariato “Si Teverola” – Teverola e sostenuto moralmente dalla Provincia di Caserta, Istituto Comprensivo “G.Ungaretti” – Teverola, Csv-AssoVoCe – Caserta, e gode della collaborazione esterna delle Associazioni: Migr-Azioni Aps – Teverola e Happy Teverola – Teverola, oltre a diversi partner tecnici.

La Giuria del Premio Internazionale di Poesia “I versi non scritti…” 4a Edizione , composta da: Margherita Fattore (presidente), Tommaso Aprile, Adele Caputo, Caterina Genovesi, Maria Teresa Chechile, Carmela Chiro, Loredana D’Auria, Lorenzo Mele, Agnese Nucci, Elena Nugnes, Luisa Prezioso, Ciro Tranchese, Pasquale Vitale, Anna Mazzara e Giovanna Vitolo.

Risultati


Miglior opera a tema legalità
va a Salvatore Barile
per l’opera “Dal fondo di lacrime e rabbia”.

giovedì 26 novembre 2020

La IIª Edizione di "SopratTutto Scrivere - MARIA ARCIDIACONO", il Premio Letterario di IncontraDonna

 Lazio - Roma

"LA MALATTIA COME RISORSA E TRASFORMAZIONE"

IncontraDonna onlus, associazione no profit su base volontaria fondata nel giugno 2008, lancia la seconda edizione del Premio letterario “SopratTutto Scrivere - Maria Arcidiacono”. L’idea nasce dalla convinzione che la scrittura rappresenti uno strumento importante per il recupero psicofisico di chi è colpito da una patologia. Un’attività di autodeterminazione, che permette di uscire dalla condizione di “malato”, esprimere e metabolizzare le tante sensazioni ed emozioni che lo attraversano: rifiuto, solitudine, paura, ansia, senso di inadeguatezza, vulnerabilità, ma anche speranza, ironia, fiducia, voglia di reagire, di mettersi in gioco, di condividere. Un modo per ricomporre il puzzle della propria esistenza e re-inventarsi.

Il premio è intitolato a Maria Arcidiacono, una giovane donna, ingegnere e musicista, scomparsa a 30 anni per un tumore al seno non diagnosticato nelle prime strutture che la presero in cura. Sul caso è stato svolto un lungo processo, senza possibilità di appello, conclusosi con l'assoluzione dei medici.

Il tema, "La malattia come risorsa e trasformazione", vuole incoraggiare e premiare la scrittura creativa intesa come strumento di cura e ricostruzione del proprio vissuto. Il premio è diviso in tre sezioni: Racconti, Poesie, Fumetti e Graphic novel.
Gli scritti premiati verranno scelti da una giuria presieduta da Marino Sinibaldi, direttore di Radio Tre, e composta da giornalisti, scrittori, fumettisti, professori, psicologi, librai ed editori, il cui giudizio sarà inappellabile e insindacabile. 


La proclamazione dei vincitori avverrà in diretta streaming Sabato 12 dicembre alle ore 13.00, con la partecipazione della giuria, sulla pagina Facebook IncontraDonna Onlus e sul Canale Youtube IncontraDonna Onlus, 

mercoledì 25 novembre 2020

VI° Premio Internazionale di Poesia “L’ESSERE ARMONIA”


VI Edizione – 2020-21

Giuria:

Hafez Haidar (Presidente) – Luciano Pellegrini (Presidente Giuria),

Piero Calmanti, Loretta Cellini, Caterina Gutudauro la Brasca, Aurora Marcillo, Goffredo Palmerini, Assunta Spedicato.

1. Al premio si partecipa gratuitamente con una poesia a tema libero; 2. Gli autori interessati dovranno inviare il testo alla e-mail alea-aps@libero.it . La scadenza è fissata al 30 NOVEMBRE 2020, ma si invita ad aderire quanto prima sia per ragioni organizzative sia per evitare dimenticanze.

3. Si accettano solo elaborati anonimi – in lingua italiana – formato word, con carattere Times New Roman, dimensione 12 (editi, inediti o già premiati);

4. Oltre al testo dovrà essere inviata la scheda di adesione allegata (non occorre firmarla, la ricevuta email fa da garanzia);

5. La cerimonia di premiazione avverrà Domenica 14 febbraio 2021 ad Assisi, nell’ambito di una manifestazione che coinvolge varie forme artistiche;

6. La giuria è composta da poeti, docenti e giornalisti;

7. I premi consistono in Coppe, targhe, opere d’arte, materiale librario e attestati;

8. La redazione avviserà personalmente e singolarmente solo premiati e finalisti entro il 31 Gennaio 2021;

9. La classificazione si fermerà ad un numero limitato di finalisti, che cambia di anno in anno. Chi non risulterà tra i finalisti, sarà a pari merito con gli altri partecipanti.

10. Saranno rese pubbliche, via internet, stampa e altro canale, le graduatorie;

11. I premi non saranno in nessun caso spediti ad autori o autrici non presenti, saranno invece ammesse deleghe da presentare all’organizzazione prima dell’inizio della cerimonia (Si invita a tenerne presente per rispetto dei presenti e dei collaboratori);

12. Le decisioni della Giuria sono insindacabili;

13. Le spese di viaggio, vitto e alloggio saranno a carico dei partecipanti.

14. La partecipazione alla manifestazione comporta l’accettazione di tutte le norme del presente regolamento.


giovedì 12 novembre 2020

SIRMIONE IN LOVE 2020


Concorso di poesia aperto a tutti
dedicato a Sirmione
e alle emozioni che lì nascono

Regolamento

A causa della attuale situazione di emergenza sanitaria la serata di premiazione prevista per il 28 novembre 2020 è stata rimandata a data da destinarsi. TUTTI I POETI PREMIATI sono già stati avvisati per telefono e riceveranno premio e attestato per posta.

Dal giorno 29 novembre saranno pubblicati sul sito i nomi dei vincitori e le poesie premiate.




domenica 8 novembre 2020

XVIª Edizione Premio Letterario Internazionale Napoli Cultural Classic

 



PRESENTA 
PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE 
NAPOLI CULTURAL CLASSIC 
XVIª Edizione 
con i Patrocini Morali 

della Edizioni Giuseppe Laterza di Bari, dell’Associazione Poesia e Solidarietà di Trieste 
e dell’Associazione Culturale-Musicale Il Cenacolo di Bisceglie.



La Napoli Cultural Classic, allo scopo di premiare Opere che si distinguano per qualità letteraria, indice la XVIª Edizione del Premio Letterario che vanta la partecipazione dello scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano Hafez Haidar, in qualità di PRESIDENTE ONORARIO.


PRESIDENTE DI GIURIA Giuseppe Laterza 
Organizzatrice e coordinatrice di Giuria Assunta Spedicato 
Fondatore del Premio e Direzione Artistica Associazione Napoli Cultural Classic 


L’intento dell’Associazione è il dare visibilità alle Opere premiate, pertanto, nei periodi successivi la manifestazione di consegna dei premi, la Napoli Cultural Classic potrà divulgare in rete notizie e interviste riguardanti i Vincitori di ciascuna delle seguenti SEZIONI: 


A) POESIA INEDITA – presentare un elaborato frutto del proprio ingegno che non superi i 36 versi, in lingua italiana. Sono ammessi altresì testi in vernacolo e/o in lingua straniera, purché accompagnati da una perfetta traduzione in lingua italiana che sarà presa in considerazione per la valutazione. 

B) NARRATIVA INEDITA - presentare un racconto frutto del proprio ingegno, in lingua italiana che non superi le 15.000 battute, spazi inclusi. I testi dovranno essere redatti inserendo il numero di pagina, in carattere Times New Roman 12 giustificato, interlinea 1,5; 

C) TESTO TEATRALE - presentare un testo teatrale originale e mai messo in scena, di qualsiasi genere (drammatico, satirico, comico, giallo, ecc.) e senza limite di lunghezza. Saranno ammessi elaborati in vernacolo e/o in lingua straniera, purché corredati della traduzione in lingua italiana. Al testo teatrale, che sarà valutato da operatori del settore, dovrà essere allegata una breve sinossi (massimo una pagina). Per la formattazione dei testi valgono le indicazioni fornite per la Sezione Narrativa Inedita; 

D) POESIA e/o NARRATIVA Studenti di Scuola Media (fino ai 17 anni) - gli studenti possono partecipare con al massimo due elaborati: poesia e/o racconto. La poesia non dovrà superare i 30 versi, per il racconto rispettare il limite di 6.000 battute, spazi inclusi; 

E) Cortometr_Arte - SEZIONE SPECIALE con percorso distinto dalle altre Sezioni, riservato a chiunque ami cimentarsi nella produzione di short video, senza distinzione di nazionalità e di età. Creare un video che non superi la durata di cinque minuti e che risponda al seguente tema: "Inno all'Arte". Nel video (no classico video poesia) è possibile coniugare più forme d'arte. L’opera inedita, che potrà anche essere frutto di un lavoro di gruppo, dovrà risultare caricata sul proprio canale YouTube a partire dal giorno successivo alla data di pubblicazione del presente bando. Successivamente quindi, si dovrà inviare via mail, all’indirizzo premioletterario.ncc@gmail.com, il link del video accompagnato dalla scheda di partecipazione allegata al bando, debitamente compilata e firmata. I lavori selezionati dalla redazione saranno in seguito pubblicati, con la possibilità di esprimere una preferenza, sul sito dell’Associazione. Notizie sull’andamento dei lavori saranno fornite sulle pagine Facebook della Napoli Cultural Classic e del Premio Letterario. Il video che infine avrà ottenuto maggiore punteggio (punteggio che terrà soprattutto conto della valutazione della giuria tecnica), sarà premiato e proiettato in apertura del Festival Corti Napoli Cultural Classic che l’Associazione organizza annualmente, sempre tenendo conto delle norme anti covid in vigore in quel momento. Notizie al riguardo saranno fornite per tempo sui canali dell’Associazione. 


NORME GENERALI 

Art. 1 - Il Premio, fatta eccezione per le Sezioni D ed E, è riservato a tutti gli autori, purché maggiorenni. 

Art. 2 - La partecipazione è completamente GRATUITA

Art. 3 - Il tema, ad esclusione della Sezione E, è libero

Art. 4 – Saranno accettati solo lavori inediti. Le opere iscritte alle Sezioni A, B, C e D non devono risultare già premiate. Ad avvenuta iscrizione, l’opera deve rimanere inedita, non premiata e mai associabile all’autore fino al momento della designazione dei FINALISTI. 
Per inedito s’intende l’opera libera da contratto editoriale e che non sia rintracciabile in rete o su riviste. 

Art. 5 - Si partecipa con un solo elaborato per Sezione. Tuttavia, ogni autore potrà scegliere di partecipare a due Sezioni, presentando un totale di due elaborati. Non si accettano manoscritti. 

Art. 6 - Le opere dei partecipanti devono essere inviate per posta elettronica, un file word per ciascuna opera, al seguente indirizzo: premioletterario.ncc@gmail.com
Le opere allegate devono essere anonime e prive di segni di riconoscimento. Come secondo allegato va inviata la scheda di partecipazione (scaricabile dal sito www.culturalclassic.it o dalla pagina Facebook del premio) compilata in tutte le sue parti e firmata dove richiesto. 
In alternativa spedire una sola copia di ciascuna opera che si intende iscrivere, per posta semplice (no raccomandata) alla Segreteria del Premio: Barile Salvatore Via Domenico Cirillo, 102 - 70037 Ruvo di Puglia (BA). 
Le iscrizioni prive della scheda di partecipazione non saranno prese in considerazione. In ogni caso, l'organizzazione avrà cura di dare conferma dell'avvenuta iscrizione al premio. 

Art. 7 - Il termine ultimo per la presentazione dei lavori è fissato alle ore 24:00 del 31 gennaio 2021. Farà fede la data di ricezione della mail o il timbro postale. 

Art. 8 - Le opere inviate non saranno restituite. 

Art. 9 – L’operato dei componenti le Commissioni esaminatrici è insindacabile e inappellabile. I nominativi dei singoli esaminatori saranno resi noti sul sito dell’Associazione e sulle relative pagine Facebook (https://www.facebook.com/verso.verbo/ ; https://www.facebook.com/culturalclassic) prima della scadenza del presente bando. Sugli stessi canali saranno pubblicati gli esiti dei lavori.

Art. 10 - PREMI: I primi tre classificati e i menzionati di ogni sezione riceveranno in premio nota di merito della Napoli Cultural Classic. Al primo classificato la statuetta simbolo dell’Associazione. Non saranno rilasciati attestati di partecipazione. 

Art. 11 – La cerimonia di premiazione avverrà a maggio 2021 in presenza, e comprenderà anche il conferimento di riconoscimenti ad autori che si saranno distinti in campo culturale, sempre tenendo conto delle norme anti covid in vigore in quel momento. Altra modalità sarà eventualmente stabilita in seguito. Notizie più dettagliate saranno comunque fornite per tempo sui canali dell’Associazione. 
La presenza dei vincitori alla cerimonia di premiazione, sia che questa avvenga in presenza o su piattaforma, è condizione necessaria per il conferimento del premio. Nel caso in cui uno dei finalisti sia impossibilitato a prendere parte alla cerimonia di premiazione, si provvederà a scalare la classifica. Nulla sarà spedito in seguito. Sarà tuttavia possibile delegare per tempo altra persona al ritiro del premio. 

Art. 12 – Non è prevista la realizzazione di una antologia delle opere vincitrici e segnalate, tuttavia, l’Editore Laterza si riserva la facoltà, a sua completa discrezione, di curare in seguito la pubblicazione di un’antologia che raccolga le opere premiate nelle ultime tre edizioni del Premio. 

Art. 13 - Informativa ai sensi della Legge 675/96 sulla Tutela dei dati personali: ai sensi dell’art. 10: il trattamento dei dati è finalizzato esclusivamente alla gestione del concorso; ai sensi dell’art. 12: con l’invio degli elaborati, il partecipante acconsente al trattamento dei dati personali. 

Art. 14 - La partecipazione al Concorso implica la completa e incondizionata accettazione di tutti gli articoli. La partecipazione costituisce inoltre espressa autorizzazione per la pubblicazione in rete, senza che gli autori perdano alcun diritto sulle proprie opere né abbiano nulla a pretendere per i diritti d’autore. 

Art. 15 – Con l’iscrizione, l’autore s’impegna a non ledere i diritti di proprietà intellettuale altrui o la titolarità dei terzi in base a quanto previsto dalla legge e solleva gli organizzatori da qualsivoglia responsabilità in merito ad eventuali inadempienze, oneri finanziari o lesioni di diritti relativi alle opere presentate al concorso. 

Art. 16 - L’Organizzazione si riserva il diritto di regolare, con successive norme, i casi non previsti nel presente bando. 


SVOLGIMENTO DEL CONCORSO 
(eccetto la Sezione Speciale Cortometr_Arte) 


PRIMA FASE – Tutte le opere pervenute saranno esaminate per attestarne la conformità. Saranno escluse quelle opere che non rispetteranno i requisiti richiesti e senza che la Napoli Cultural Classic sia tenuta a darne comunicazione. 

SECONDA FASE – Seguirà lettura e valutazione delle opere anonime in gara. Ogni giurato garantisce la più totale imparzialità di valutazione. Questi, non conoscendo i nomi degli autori, assegneranno un punteggio (da 1 a 10), senza poter conoscere l’operato degli altri giudici, liberi pertanto da eventuali suggestioni. Le prime cinque opere che avranno ottenuto maggiore consenso in termini di punteggio medio, accederanno di diritto alla finale. 

TERZA FASE – Le opere finaliste saranno valutate dal Presidente di Giuria, al quale spetterà il compito di stilare una classifica definitiva per ciascuna Sezione. Solo al termine dei lavori saranno associate le opere agli autori. Fino a quel momento, i giurati non conosceranno la classifica finale né i nominativi degli eventuali vincitori. I vincitori e i menzionati di ogni categoria verranno proclamati e resi pubblici solo durante la premiazione. 

Per qualunque richiesta o chiarimento riguardo al Premio, è possibile scrivere a: premioletterario.ncc@gmail.com o assoaccount@libero.it

Organizzatrice e coordinatrice                                      
Assunta Spedicato
Presidente Napoli Cultural Classic
 avv. Carmine Ardolino. 
 
Link per scaricare la Scheda di Partecipazione.

giovedì 5 novembre 2020

Concorso Internazionale di Poesia e Teatro Castello di Duino - iscrizione gratuita



Mancano solo pochi giorni, fino al prossimo 15 novembre, per la presentazione delle candidature per poesia individuale nel Concorso Internazionale di Poesia e Teatro Castello di Duino. Il bando è consultabile su concorsiletterari.net ma lo si può leggere in versione completa, anche per le sezioni Teatro e Progetti scuola, sul sito del concorso www.castellodiduinopoesia.org.

Attenzione! l’iscrizione avviene per via elettronica riempiendo e inviando il form che si trova nel bando!

Non mancate la scadenza. Premi ricchi e pubblicazioni in un progetto culturale importante e serio rivolto ai giovani poeti.




Per info castelloduinopoesia@gmail.com

Il responsabile del concorso
Prof. Gabriella Valera.

venerdì 23 ottobre 2020

"Il complotto delle donne di Maometto" di Hafez Haidar

 Le buone letture

a cura di Assunta Spedicato.


Ci sono tavoli che si aprono a libro duplicando i posti a sedere, e permettendo così di condividere quanto si ha con più commensali. Un paragone, questo, accostabile alla scrittura di Hafez Haidar, in relazione al romanzo “Il complotto delle donne di Maometto”, edito da Di Felice Edizioni. Qui l’autore, con fare semplice e disponibile, sembra infatti invitare i propri lettori ad attingere alle sue conoscenze e ad assaporare alcuni aspetti della cultura islamica che altrimenti resterebbero a nutrire la diffidenza.

Un’apertura, quella di Haidar, che si manifesta attraverso lo sforzo di rendere stilisticamente fruibili le sue opere, pur procedendo nell’esposizione minuziosa di fatti e concetti. Un modo di essere, il suo, che non esula dall’attività di scrittore, poeta e docente di letteratura araba, e che ha saputo proporre nel tempo, tanto da valergli, nel 2017, la candidatura al Premio Nobel per la Pace.


L’autore, regia saggia ed invisibile della storia, sviluppa la trama utilizzando più volte come cardine la scena delle donne che al calar della sera si stringono intorno ad A’isha, giovane moglie di Maometto e voce assunta al ruolo di fedele portavoce nella narrazione. Sarà lei, infatti, a svelare il segno distintivo lasciato da ciascuna donna entrata a far parte della vita del Profeta. L’imput a raccontare sarà di volta in volta sollecitato dalla curiosità di altre donne, ospiti/comparse che a fine giornata si ritroveranno intorno al braciere a condividere, anche con il lettore, i riti dell’ospitalità.

Tra vassoi di datteri freschi e pagnotte di biada appena sfornate, prenderanno così vita le storie suddivise in capitoli, ciascuno dedicato ad una donna e ad un corrispettivo periodo storico, ma tutti legati alla nascita e alla diffusione della religione islamica.

A riempire lo sfondo ci sarà dunque la storia, fluidamente spiegata. Mentre in primo piano, a dividersi la scena, osserveremo il profilo pubblico e quello privato dei protagonisti. Il ciò rivela una geniale scelta narrativa, che darà talvolta l’impressione di mostrare un profilo inedito del Profeta, profilo che comunque resterà fedele alla tradizione.

A voler trovare a tutti i costi un difetto a questo delizioso romanzo, si potrebbe dire che in realtà, all’interno della trama, non c’è un vero e proprio complotto da parte delle donne di Maometto. Particolare che comunque non delude le aspettative, ma fatto sta che il termine complotto, contenuto nel titolo dell’opera, si rivela un buon espediente per solleticare la curiosità dei potenziali lettori. Una trovata, questa, da autore esperto e raffinato.


Hafez Haidar, nato in Libano, è stato candidato al Premio Nobel per la Pace 2017. Docente presso l’Università di Pavia, ha pubblicato numerosi libri e bestseller tra gli altri per Mondadori, Rizzoli, Piemme e Fabbri Editore, che gli sono valsi numerosissimi premi e riconoscimenti. Da anni diffonde l’arte della narrativa e della saggistica nelle scuole e nelle università italiane ed estere. È presidente onorario del Premio internazionale di giornalismo “Maria Grazia Cutuli”. La sua traduzione di Le mille e una notte ha suscitato l’interesse del mondo letterario. Per Imprimatur ha curato Donne che urlano senza essere ascoltate, una raccolta di scritti di Khalil Gibran (2016), con il quale ha vinto il Premio Juan Montalvo per la narrativa 2017. Tra i suoi libri ricordiamo Le donne che amavano Maometto, Il complotto delle donne di Maometto, L'ultimo profeta. Gibran nel mio cuore, Il nuovo profeta. Quando l'amore chiama seguilo. Gibran nel mio cuore, Lezioni di pace e San Francesco e il sultano. Racconti d'amore dalla Bibbia, dal Vangelo e dal Corano, La voce del profeta, Il razzismo spiegato ai giovani. Un passo oltre l'indifferenza.

sabato 17 ottobre 2020

Intervista a Giuseppe Raineri vincitore per il secondo anno consecutivo del I° Premio Monologo Teatrale.

 


Forse non tutti sanno quanto sia determinante, nello stilare le classifiche, la valutazione del Presidente di Giuria l’editore Giuseppe Laterza. A lui spetta, infatti, selezionare tra i lavori già individuati in anonimo dalla giuria di qualità, i vincitori di ogni sezione. 

Sia ben chiaro che nessuno dei giurati, tanto meno il Presidente di Giuria, riceve alcuna informazione circa gli autori. Che questi siano autori o autrici, noti o meno noti, sono solo particolari intuibili dal contenuto dei loro scritti. 

Immaginabile è la gioia di chi, come in questo caso l’autore Giuseppe Raineri, si vede consegnare durante la serata di premiazione, e per il secondo anno consecutivo, il Primo Premio. 

Inimmaginabile è invece la sorpresa dell’editore Giuseppe Laterza il quale, solo a fine serata, apprese d’aver premiato lo stile e il contenuto di un autore da lui già apprezzato nella precedente edizione del Premio. 

A Giuseppe Raineri, al quale come da regolamento riservammo a chiusura della XIV Edizione una intervista, riproposta al seguente LINK, chiediamo di raccontarci eventuali novità. Ci dica se nel frattempo ha ricevuto altri riconoscimenti, se ha ottenuto altre pubblicazioni e a cosa attualmente si sta dedicando. 

Nel periodo intercorso dalla XIV edizione, mi sono dedicato alla stesura di alcuni racconti che rappresentano un ottimo esercizio per dare forma a idee, a suggestioni che assorbo da letture e dall’osservazione del mondo che mi circonda e che potrebbero rappresentare il piccolo seme da cui sviluppare storie di maggior respiro. 

L’impegno maggiore però è stata la revisione di un romanzo che avevo già terminato; si intitola “La prima notte di quiete” in cui un’anziana professoressa di matematica estremamente razionale si dovrà confrontare con sette sogni imperniati sui sette peccati capitali. Per quanto impalpabili nella loro sostanza, i sogni le presenteranno altrettante situazioni reali e problematiche cui trovare una soluzione; ci riuscirà con l’aiuto della nipote sua ospite per un certo periodo.


Nel frattempo ho iniziato e terminato anche un altro romanzo, “Il collezionista”, un omaggio alla magia dei libri e delle biblioteche. 


Entrambi i romanzi sono inediti e spero di trovare una casa editrice che li ritenga meritevoli di pubblicazione. 

In fine hanno visto la luce la trasposizione teatrale di “Plissé”, il mio primo romanzo, sia in forma di monologo che di commedia a due voci, maschile e femminile, che interpretano più personaggi ed un ulteriore commedia incentrata sull’identità al femminile dal titolo un po’ lungo: “Nessun gineceo si addice a quelle quattro (La metà del mondo può salvare l’altra?)”. Per “Plissé” regista ed attori sono già al lavoro perché se ne possa vedere la rappresentazione su un palcoscenico.


Lo scorso anno si è presentato e ha vinto con un monologo dedicato a Ipazia d’Egitto, quest’anno, invece, ci ha proposto, come scrive Laterza nella sua nota, un mare umanizzato, rappresentando così un’altra ingiustizia nei confronti di un “grande”. Il suo è un Mare dallo sguardo paterno, che punisce e perdona, ma che in particolare si rivolge a quella prole ingrata con un monito che tra le righe svela una preghiera. Ce ne spiega il significato? 

Permettetemi una breve premessa. 

L’ispirazione che mi guida nella scrittura, si fa strada nel tempo quasi inconsapevolmente, mescolata a tante idee e sensazioni che si sovrappongono, entrano in conflitto, mi seducono anche se a prima vista sembrano slegate tra loro. 

Poi tutto si condensa e prende una forma definita per effetto di un fatto, magari un dettaglio insignificante, una considerazione all’apparenza del tutto estranea a quello che potrà maturare in seguito, una lettura, che mi inducono a concentrarmi su qualcosa di particolare che darà significato e seguito ad un preludio caotico. 

La lettura di “Breviario Mediterraneo” di Pedrag Matveievic ha rappresentato l’innesco di una deflagrazione, lo stimolo decisivo a dar voce al Mediterraneo e ad approfondirne la storia, il ruolo decisivo nelle vicende di tutto il pianeta, spingendomi poi a divorare famelicamente altri testi. 

Ciò che mi ha guidato è un sottile ma profondo rimpianto per le enormi potenzialità del genere umano troppo spesso tradite, per la bellezza dimenticata in nome di piccinerie e delle superficialità ostentate da una società troppo distratta e indifferente. 

Da qui prende spunto il ritmo di una preghiera nota, ma opportunamente rivisitata, che fa da sfondo allo sfogo di chi si sente padre, ma anche madre, la culla della civiltà. 

Padre e madre a volte sereni, a volte severi, a volte anche brutali con un inconsolabile rimpianto per quanto di bello rischia di morire per trascuratezza, per indolenza, per distrazione di chi è abbagliato, attratto da un benessere ingannevole che ci costringe a focalizzare i nostri sforzi solo su un presente che fagocita il futuro e nasconde alla nostra vista il passato. 

Ma fortunatamente rimane viva ancora la speranza di chi ha memoria.


Deve essersi davvero immedesimato in questo nostro Mare, fonte di vita. Quanto tempo le è servito per riuscirvi così bene? 

 In prima stesura, non mi riesce quasi mai una versione già definitiva. 

Scrivo di getto e poi devo avere il tempo di lasciare sedimentare quanto ho espresso di primo acchito. 

Questa versione generalmente è improponibile e necessita di revisioni continue al punto di non sentirmi mai pienamente soddisfatto. Immedesimarmi è il termine corretto per dare l’idea del processo che mi ha guidato per lunghe settimane nella scrittura del monologo. 

La parte più difficile è consistita nell’accettare la sfida di una lunghezza del testo da rispettare ma che accetto di buon grado perché mi costringe ad esprimere emozioni con una sintesi efficace, con la forza che dovrebbe avere l’essenzialità. 


Lei è nato e risiede a Bergamo, pertanto avrà ultimamente vissuto momenti drammatici. Ci perdoni questa domanda che non intende toccare i suoi sentimenti, vorremmo solo chiederle se durante il lockdown, in quei momenti così difficili, la scrittura sia riuscita a venirle incontro e, in qualche modo, a infonderle sollievo e coraggio. 

L’uso del tempo è un’arte difficile, sempre. 

Nel periodo della clausura forzata ho alternato momenti di impegno intenso ad altri in cui non riuscivo a concretizzare con efficacia idee e progetti narrativi. 

Scrivere è stato certamente di aiuto nei momenti in cui il silenzio, che sembrava l’effetto di un evento catastrofico, di una guerra batteriologica, veniva rotto solo dal rumore incessante delle sirene delle autombulanze. 

Ci sapevamo tutti vicini ma ci sentivamo tutti lontani. 

Soprattutto all’inizio di questo periodo in cui ho alternato con poco ordine lavoro a distanza, l’attenzione alla famiglia nuovamente ed insolitamente riunita, la lettura e la scrittura ho vissuto la sensazione paradossale della dispersione. 

Non considerando la gravità della situazione, mi sarei dovuto trovare in una condizione di creatività quasi ideale nell’isolamento da distrazioni, invece ho alternato momenti di rara intensità nel tradurre pensieri in parole come in una catarsi ad altri in cui mi risultava difficile anche solo macchiare una pagina, fosse anche di inchiostro virtuale. 

Un continuo fare e disfare senza alcun approdo. 

Mi aspetto ed auguro che con il tempo questi sforzi, all’apparenza senza un risultato, possano tradursi in riflessioni, considerazioni più profonde dopo l’emotività del momento; emotività che annebbia la lucidità necessaria per una narrazione che aiuti a riflettere con la dovuta serenità chi scrive e chi lo legge. 


Monologo vincitore del I° Premio

Mare Nostrum


Mare nostrum quod es inter terras


Molti e diversi sono i miei nomi.

Le genti che abitano le mie sponde, da sempre credono di avermi generato dandomi un nome, tuttavia io ero, sono e sarò e nessuno potrà mai arrogarsi diritti che non ha, né gli riconosco.

Anche un figlio “è” e vive libero col nome dato da altri, ma nessuno mi è stato padre.

Conservo le memorie e ciò che resta di chi per imperizia, per sprezzo del pericolo, per ingordigia, per paura, per disperazione ha troppo osato.

Eroi e pavidi, esploratori e pigri, vecchi e giovani, maschi e femmine, uomini e dei, re e schiavi per me non fanno alcuna differenza, tratto tutti alla pari, io sono come la morte e non ho riguardo per nessuno.

Sempre sarò culla e sepolcro.

Le mie acque hanno raccolto sangue e lacrime di gioia e di dolore.

Sulle mie rive ho visto nascere e morire religioni, monarchie e repubbliche, dittature e democrazie, santi e diavoli, malvagità e bellezza, città e villaggi in un turbine di trasformazioni senza fine.

Sono testimone dei destini di nazioni che si credevano indistruttibili, convinte di poter sfidare impunemente l’eternità e di quelle che, pur lontane, hanno subito l’influsso di idee e costumi nati qui.

Tutto il pianeta ha dovuto fare i conti con quello che è successo intorno a me.

Mai nessun altro mare ha sentito risuonare tanti idiomi diversi.

Ho fatto miei i frutti, gli alberi e colture venute da lontano, come se da sempre mi appartenessero.

Le terre che mi circondano in un dolce abbraccio materno sono invece agitate come io lo sono e hanno trasmesso questa inquietudine ai popoli che le abitano e che hanno dovuto lottare senza requie per rubare lembi di terra alle acque, sanare paludi, fronteggiare maree e le onde che sanno essere carezza e schiaffo.

Basta poco perché tutto torni selvaggio come prima.

Sono come il deserto, ci accomuna il silenzio, il vento, l’insidia di rimanerne prigionieri.


Da nobis vitam et scientiam

 

Le giuste distanze vi hanno garantito autonomia e possibilità di scambi continui in una eterna lotta tra nomadi e sedentari.

Avete solcato le mie onde e come moto ondoso vi siete spinti in avanti e poi ritirati secondo cicli mai interrotti.

Grazie a me, quello che è giunto fino alle mie rive, seguendo percorsi lunghi e faticosi, ha infine trovato rapidi sbocchi ovunque, per diventare patrimonio di molti.

Da sempre sono terreno fertile di migrazioni per fame di conquista, per disperazione.

Due simboli tra i tanti bastino a ricordarmi.

Venezia, città impossibile e splendida che poggia maestosa su una foresta sommersa e lotta con caparbia tenacia contro acqua e tempo, pur fuori dal tempo.

E infine tu Ulisse, il figlio amato, affamato di avventura e di conoscenza a cui non hai esitato sacrificare le vite dei compagni e mettere a repentaglio la tua, tu che hai avuto l’ardire di sfidarmi quando gli uomini credevano che divinità capricciose mi abitassero, tu che su questo mare potevi vantare pretese da re dopo essere sopravvissuto a prove durissime e sfidato le mie inquietudini, tu non sei riuscito a domare la tua curiosità insaziabile e nemmeno io ti sono bastato, né le braccia pazienti e calde della fedele Penelope.

 

 Da nobis pacem

 

Che ne sarà di me, di voi, di noi, di questo piccolo mondo, dell’universo intero?

Al calar della sera mi invade una malinconia densa e scura e mentre il sole s’immerge nelle mie acque e l’oscurità della notte vince sulla luce, io divento cielo e il cielo mare.

Comprendo la vertigine di chi si lascia ammaliare e sente di essere finalmente parte del tutto mentre la bramosia di prevalere, di possedere, l’arroganza e l’illusione di sentirsi onnipotenti si liquefano e si stemperano.

È un po’ come morire a poco a poco.

Le mie onde accarezzino le vostre terre e vi cullino con un moto lieve, che io sia talamo e le stelle tetto, non pensate con ansia al domani, non permettete all’angoscia di invadere il cuore e la mente.

Abbandonatevi ai sogni, lasciateli librare come gabbiani che veleggiano sulle mie acque, siate lieti.

 

Amen.


Motivazione della Giuria

Se la Terra è da sempre considerata la madre dell’umanità, al Mar Mediterraneo si deve riconoscere il ruolo di padre della civiltà. E il Mediterraneo, che in questo senso può considerarsi il padre di tutti i “Mari”, umanizzato dall’autore, diviene voce di una profonda preghiera, un “Padre Nostro” laico, qui presentato sottoforma di monologo.

Come fosse davvero padre, gli vengono attribuite doti di autorevolezza e imparzialità. La sua è presenza costante: dispensatrice di ricchezze, autrice di mediazioni. Come un padre, nel bene e nel male, mai si risparmia, a costo anche di sacrificare la propria salute. Ed è qui che traspare, nella parola a lui data, una nota di rammarico per quei figli ostinati a non seguire l’indirizzo del padre.

Ma il mare avrà comunque una vita propria, a prescindere dalle dimenticanze dei figli e dalle loro cattive abitudini.

Una preghiera che ha il pregio di far intravedere un monito, pur senza cadere nelle acque della retorica.

Mare Nostrum quod es inter terras/Da nobis vitam et scientiam/Da nobis pacem/Amen.

Assunta Spedicato.

Nota del Presidente di Giuria

La descrizione risulta originale e molto valida per un monologo in cui questo “mare” viene umanizzato. Ci parla, quindi, e racconta la sua storia, le sue sensazioni, come un dio mitologico destinato ad essere al servizio di una umanità spesso ingrata e irriconoscente, avida di coglierne solo i benefici come bellezza e frutti, spunti per la propria ingorda fantasia, pronta a speculare sulle risorse che esso offre, incurante delle forze che può sprigionare per affermare pure la sua forza naturale.

Un mare che ci apre il suo cuore e, in fondo, riesce a commuovere, a convincere e a indurre a sentimenti di libertà.

Giuseppe Laterza.

venerdì 16 ottobre 2020

“Scendevamo giù per la collina” di Gabriella Valera Gruber

Cronaca di una presentazione fuori dai canoni.



Se la poesia di Gabriella Valera tocca diverse tematiche, è perché tanti sono stati gli imput ricevuti dagli incontri che hanno caratterizzato la sua attività. Ogni argomento è frutto di esperienza, di realtà vissute o semplicemente osservate, sempre con occhio acuto e benevolo, e con l’intento di dare spazio alla parola altra, senza mai imporre la propria.

Abbiamo già avuto modo di conoscere, nell’intervista da lei rilasciata e QUI riproposta, Gabriella Valera Gruber come persona socialmente e culturalmente impegnata. Ma cosa sappiamo di lei in quanto poeta?

In realtà, Gabriella Valera Gruber è nel suo ambiente un’autrice nota ed apprezzata, tanto che, a dover parlare di lei, verrebbe soggezione a chiunque.

Eppure, nonostante l’indiscusso valore e le numerose manifestazioni di stima, Gabriella rimane una persona umile, sempre alla ricerca del confronto.

Cosa non è stato già detto circa la sua poesia?, in tanti ne hanno parlato approfonditamente, analizzandone tutti gli aspetti in maniera aderente al suo sentire. Così è anche per la sua ultima pubblicazione “Scendevamo giù per la collina” Battello stampatore, una raccolta di oltre 100 testi, che scopriamo valorizzata da prefazione e postfazione, entrambe molto curate ad opera di Claudia Azzola ed Enzo Santese. Ulteriore arricchimento è stato poi apportato da Ottavio Gruber, marito dell’autrice, con le sue incisioni.



Certo, nessuno si sarebbe mai aspettato di dover attraversare un periodo così buio quanto quello attualmente vissuto, segnato dalle morti e dall’isolamento forzato. Una circostanza che ha visto annullare tanti impegni, inclusi quegl’incontri che la nostra autrice aveva in programma per presentare al pubblico la sua raccolta.

Ma una personalità come la sua, tenace ed instancabile, non poteva certo farsi sopraffare dalla contingenza, o non approfittare delle risorse in rete per promuovere altre iniziative culturali e per portare in qualche modo a termine quelle già in corso.

Anche gli incontri di poesia del mercoledì sono proseguiti regolarmente grazie all’uso di una piattaforma on-line. Ed è stato in uno di questi ultimi incontri che Gabriella Valera ha espresso il desiderio di voler riprendere le presentazioni della sua raccolta, alternandola contemporaneamente con quella di altro autore del gruppo.

Cosa non semplice, a dire il vero, per chi come me attende il mercoledì per declamare i propri versi e ricevere un giudizio qualificato, se non un consiglio utile a migliorare il proprio stile. Ma le occasioni vanno colte, e noi, fruitori degli incontri di poesia del mercoledì, lo abbiamo fatto. Ciascuno a suo modo: leggendo e motivando, a sorpresa, le poesie di questa ricca raccolta. Ne è venuta fuori una singolare presentazione, sincera e partecipata. Cosa che l’autrice ha avuto la bontà di gradire, in modo palese.

Ed ora, per la promessa fattale di riportare per iscritto le brevi note che hanno accompagnato la lettura dei suoi versi, prendo l’iniziativa di cominciare con la mia. Con la speranza che altri vogliano poi aggiungere anche la loro.

 

Uno degli aspetti che di frequente emerge dai testi poetici di Gabriella Valera Gruber, è la sua capacità di rappresentare la sofferenza umana, compresa quella meno visibile, pur restando al di sopra del personale. Il dolore, spesso evidenziato dal verso asciutto e privo di sfumature artificiose, resta comunque morbido, aperto alla speranza, nel suo rappresentare la condizione di fragilità dell’uomo, rispetto alle forze della natura.

Il suo è un volo paragonabile a quello del gabbiano, creatura spesso presente nei suoi versi, capace di vivere cielo, terra e mare, un campo visivo più ampio sul quale restare, senza mai poggiare sul terreno della retorica: Ali ampie di gabbiano / in alto / superbe e candide /nel grigio delle nuvole / respiro ampio mi solleva.

Ma da così profondo dolore, l’autrice sorprende col suo improvviso riemergere come essere umano bisognoso d’amore. Ed è nel suo amore per l’altro che ella trova in fine consolazione, dando così vita ad un coinvolgente equilibrio dei versi che hanno funzione conciliante, capaci di acquietare l’essere umano in preda alle proprie contraddizioni: / oggi nel cielo alto dell’estate / fra rami frondosi, / la voce degli uccelli / ha una forza che non perdona / l’anima rincantucciata / fra i problemi di sempre. // Non ho ancora risolto l’enigma. // Ma c’è un amore che mi attende / ed io per lui / ogni giorno / ritorno da lontano. / Stasera, quando ci daremo la mano, / avrò negli occhi un canto.

È facile cogliere come l’amore diventi artefice di rientri da quel luogo lontano, dove la sensibilità del poeta vive immersa nella dolorosa visione della realtà.

L’amore, sentimento nutrito e ricambiato, ha radici nel profondo rispetto per l’altro, e per sé. Un bene, questo, che l’autrice apprezza come inestimabile ricchezza. Tant’è che nell’indossare i panni di chi ne è privo, da lei definiti i rifiutati della terra, esclama a chiusura di una breve e profonda poesia: / chiedo perdono / di esistere così come sono / senza un amore.

L’amore, anche, come chiave di lettura per approfondire il pensiero della nostra autrice.

Assunta Spedicato.



Ho aperto a caso il libro di Gabriella Valera, perché trovo complicato dover scegliere cosa leggere tra tanta bella poesia. I suoi sono versi veri, dai quali trasuda gioia e dolore, amore e abbandono. Ho sentito mie molte delle sue composizioni, al punto d'avere l'impressione che fossero "petali della mia vita". Quasi le avessimo scritte insieme, io e lei. Strana sensazione la mia, ma leggere i suoi versi è stato per me come assaporare, cogliere un frutto maturo, dolce come miele in quel passo a due… quasi avessero le ali ai piedi per "scivolare" leggeri tra le righe di un foglio bianco, giù per la sconnessa via di quella collina che fa da cornice ad un sentimento puro, vero, leale.
La collina dell'amore è e sarà sempre in fiore. Il sale della vita mi si scioglie tra le ciglia, e vederli felici riempie di gioia anche me. Il loro amore è vita, un bene che si respira stando loro accanto, una gioia infinita, un'emozione, quasi quanto leggere all'imbrunire... SCENDEVAMO GIÙ PER LA COLLINA, insieme.
Oriana Sandrin D'Ascenzi.


Più leggo il libro di Gabriella Valera e più dalle sue pagine sento affiorare una forza, una bellezza, una dolce determinazione e ed una strenua adesione alla pienezza del vivere che rivelano la sua preziosa testimonianza in cui la luce s’intreccia all’ombra, il silenzio alla parola, la memoria all’oblio. E’ lei l’artefice di questa complessa e delicata tessitura che è la vita stessa. Il suo canto si snoda consapevole e lieto tra ascese e declivi, attraversando soglie, oltrepassando confini, accogliendo il mistero dell’indicibile. Eppure, nonostante la pacata e serena consapevolezza di cui è permeata la sua parola poetica, Gabriella Valera riesce ugualmente a descrivere il dolore e la sofferenza, spezie immancabili al banchetto della vita. 

Nella sua testimonianza si sente tutto l’impegno del suo prodigarsi incessante sui fronti dell’arte, della cultura e della solidarietà umana. 

Il suo costante offrire spazi d’incontro e di dialogo, sguardi che colgono sempre da diverse angolature la complessità dell’essere, fluisce come una musica che accompagna il volgersi del tempo. La sua profonda cultura, prodotto di ricche ed intense frequentazioni letterarie, le permette l’eleganza della semplicità ed il suo stile inconfondibile è fatto di sottrazioni e condensazioni. Il pathos è trattenuto e proprio per questo più intenso ed alimenta la grazia del non detto, quella che ci fa intuire la profondità della sua anima generosa. 

Prezioso compagno di questo suo viaggio, è l’artista e poeta Ottavio Gruber, le cui opere scandiscono le pagine del libro con dettagli, paesaggi urbani e campestri, creando splendide ed intense interazioni. 

“L’arrivo e le partenze / mistero del viaggio / che si appoggia fra rotaie celesti / nello spazio diradato / di luci e nebbie / ombre che si muovono / respiri che si incontrano” (pag. 209)

Su queste rotaie metafisiche sono racchiusi il mistero e la meraviglia del suo percorso poetico, fatto d’incontri, di scambi, e di un coraggioso procedere con levità ed intento inflessibile.
Lucia Guidorizzi.


La poesia di Gabriella fa vibrare sogni ariosi, si concedono raccontandomi della sua profumata ricchezza che generosamente regala. La mia vita poetica si è impreziosita e l'averla conosciuta è stato un magico viatico che sempre custodisco assieme alla sua benevola serena immagine che visualizzo con gioia e amore. 
Maria Luisa Grandi


Sono emozioni, sentimenti, leggere vibrazioni nell’aria, poesia che copre passato, presente e futuro. Gabriella ci accompagna con mano dentro al suo mondo interiore, ci fa osservare con i suoi occhi, ascoltare con il suo cuore, percepire con la sua sensibilità quanto gravita intorno a lei. Una poesia profonda, intima, delicata e allo stesso tempo, rappresentativa di quell’universo che è alla portata di tutti ma percepito soltanto da anime sensibili come la sua. Grazie per averci aperto la porta di quell’amore così grande che abbraccia tutto il mondo, nelle sue bellezze e nelle sue tristezze, nelle realtà che la vita ci offre.
Elena Giacomin.






lunedì 5 ottobre 2020

Premio Poesia Cantina Valpantena - VI Edizione, anno 2020

 Veneto - Verona


Cantina Valpantena, nel settimo centenario della sua morte, vuole ricordare Dante Alighieri proponendo come tema del VI concorso Premio Poesia un piccolo estratto del canto XXV del Purgatorio:

"guarda il calor del sol che si fa vino,
giunto a l’amor che de la vite cola."



Cantina Valpantena Verona organizza il concorso con cadenza biennale, fin dal 2010, per promuovere gli stretti legami tra l'opera letteraria e l'attività vitivinicola. Il tema scelto per l'edizione di quest'anno è costituito dai versi 77-78, dedicati alla vite e al vino, del canto XXV del Purgatorio. Un omaggio a Dante Alighieri in vista del settimo centenario della sua morte, che si celebrerà nel 2021. Il componimento che saprà meglio esaltare i versi della Divina Commedia verrà stampato sull'etichetta di una bottiglia celebrativa. Previsti anche dei premi per i primi tre classificati, due omaggi speciali e venti segnalazioni.

Sono 508 le poesie inviate per partecipare alla sesta edizione del concorso ideato e promosso da Cantina Valpantena. Il bando, chiuso il 20 giugno dopo una proroga di due mesi a causa del lockdown legato al Covid-19, ha registrato una risposta record. Sono stati infatti 300 i componimenti in gara nell'edizione precedente. Il presidente della giuria Antonio Seracini e i giurati Bruno Avesani, Annamaria Fraccaroli, Nerina Poggese e Fabiola Ballini si riuniranno a settembre per decretare i vincitori. Vista la situazione di incertezza, l'evento di premiazione previsto in auturnno è posticipato alla primavera del 2021.

17ª Edizione Premio Letterario Nazionale «Città di Forlì»

 Emilia Romagna - Forlì (Forlì-Cesena)


Il Centro Culturale L’Ortica di Forlì - Sezione orticadonna con il patrocinio di:

    Comune di Forlì, Assessorato Promozione settore culturale e museale, Università

    Provincia di Forlì-Cesena

e con la collaborazione di:

    Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

    Biblioteca Comunale “A. Saffi” di Forlì

ha bandito la diciassettesima edizione del Premio Letterario Nazionale “Città di Forlì”




Elenco premiati

Sezione Poesia Inedita


1° classificato TIZIANA MONARI di Prato
2° classificato STEFANO BALDINU di S. Pietro in Casale (BO)
3° classificato LORENZO SPURIO di Jesi (AN)

Finalista DANIELA CORTESI di Forlì
Finalista RITA MINNITI di Cava dei Tirreni (SA)

Segnalati:

DARIO DE SERRI di Ferrara
STEFANO DI UBALDO di Calolziocorte (LC)
ATTILIO GARDINI di Forlì
MATTEOANGELO LAURIA di Susa (TO)
DIELLA MONTI di Pievequinta (FC)
FRANCESCA PANZACCHI di S. Lazzaro di Savena (BO)
LUIGI PARABOSCHI di Castelsangiovanni (PC)
CARLOTTA RINALDINI di Cesena (FC)
DANILA ROSETTI di Forlì
ASSUNTA SPEDICATO di Corato (BA)

Il totale dei concorrenti è 232

La premiazione avverrà Domenica 25 Ottobre alle ore 15.00

Rinviata





lunedì 28 settembre 2020

V Edizione Premio Mario Bernardi, anno 2020

Veneto - Oderzo (TV)

Il comitato scientifico, come da regolamento, ha indicato in LUCE il tema della quinta edizione 

GIURIA

Ivo Prandin (Bosaro, 1935), è giornalista e scrittore. Dopo la lunga carriera al Gazzettino, conclusasi come inviato speciale per la cultura, ha scritto di narrativa e d’arte; ha diretto la rivista Leo magazine e attualmente insegna tecnica del giornalismo culturale alla Scuola “A. Chiodi” di Mestre.

Isabella Panfido: Poeta Veneziana, ha insegnato lingua e letteratura russa; giornalista pubblicista, collabora alle pagine culturali di “Il Corriere del Veneto”. Ha ideato e condotto la trasmissione ‘L’arca delle parole’, programma radiofonico dedicato alla poesia per Radio 24 IlSole24ORE

Antonio Daniele. è stato professore ordinario di Storia della lingua italiana all’Università di Udine.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulla lingua e la letteratura del Trecento e del Cinquecento.Ha studiato in particolare Petrarca, Tasso e i grandi eterodossi Folengo e Ruzzante. Più recentemente si è occupato anche di poeti e scrittori moderni, soprattutto veneti.

Fabio Franzin: è nato nel 1963 a Milano. Vive a Motta di Livenza, in provincia di Treviso. Poeta e scrittore: è ’ redattore della rivista di civiltà poetiche “Smerilliana”

Giuseppe Manzato: è Docente di Sociologia Generale, Sociologia della Religione, Interculturalità e Religione nella Facoltà Teologica del Triveneto e all’Ist. Superiore di Scienze Religiose di Padova. Insegna Sociologia all’Università Ca’ Foscari di Venezia. PhD. Dottore di Ricerca in Filosofia e Scienze della Formazione. Ha pubblicato monografie e saggi in riviste di settore, nazionali ed internazionali

Rolando Damiani: insegna a Ca’ Foscari. E’ studioso in particolare di Leopardi, di cui ha curato per Mondadori l’opera nei Meridiani e scritto una biografia tradotta anche all’estero.

Ivano Paccagnella: E’ stato Professore ordinario di «Storia della lingua italiana» all’Università degli Studi di Padova. Ha insegnato nelle università di Salisburgo (Austria) e della Calabria (Arcavacata di Rende, Cosenza). È stato Visiting Professor a Brown University (Providence, RI, U.S.A.) e a Harvard University (Cambridge, Mass., U.S.A.). Ha tenuto seminari e corsi presso Yale University (New Haven, Conn.), University of Connecticut (Storrs, Conn.), McGill University (Montréal, Canada); È socio dell’Accademia della Crusca, dell’ Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti di Padova, dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.

La cerimonia di premiazione che si terrà ad Oderzo il prossimo 18 ottobre alle ore 17,30 presso l'Aula Magna di Piazzale Europa.








Segnalati dalla giuria:

in ordine alfabetico e per tutte le sezioni

Giorgio Baro

Alice Bianchi

Nunzio Buono

Thomas Dal Cin

Pietro De Siena

Maria Francesca Giovelli

Raffaella Lucio

Giovanni Mazzer

Aldo Rossi

Tosca Spadetto

Assunta Spedicato

Nicola Tomasella

Gloria Venturini

Giacomo Vit

Elena Zecchella.


Autori inseriti nell'antologia:


Marco Barbieri

Giacomo Candiago

Jessica Casagrande

Fulvio Capostagno

Bruno Centomo

Ivano Chistè

Nicola Cordioli

Barbara Corbanese

Nicola Cordioli

Marco De Giusti

Martina Lupi

Ludovica Mazzuccato

Chiara Moimas

Gioia Piccin

Tiziana Monari

Sualen Riccardi

Fabrizio Sani

Luce Santato

Gabriele Stella

Roberto Zanardo

Elena Zecchella.

Risultati