mercoledรฌ 31 gennaio 2024

Esiti del IV Premio internazionale di Poesia "PASSAPAROLA"... pensa, ascolta, scrivi


Il TEMA proposto alla quarta edizione รจ stato il seguente: 

COME LE RONDINI
ritrovare il borgo natio

"Ritrovarsi…fra lo scirocco e le reti dei pescatori, alla fontana del paese fra zampilli e tenere fra le mani pietre lisce e rugosi lapilli. Attraversare il ponte per arrivare alla chiesetta e scorgere da lontano il campanile che svetta. Fra il silenzio della neve, il vociare e una canzone…i giorni lieti della calda stagione dove il tempo odorava di pane, di scommesse… Oggi le radici raccontano di sogni realizzati o di smarrite promesse".


Elenco delle 60 opere selezionate per l'antologia del Premio in ordine alfabetico, e a seguire le opere selezionate con menzione speciale.


 Il borgo dell'anima di ๐—ฉ๐—ฒ๐—น๐—ถ๐—ฎ ๐—”๐—ถ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ
 Questa aria รจ il tuo respiro di ๐— ๐—ผ๐—ป๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ ๐—”๐—บ๐—ฎ๐—ฑ๐˜‚๐—ฐ๐—ฐ๐—ถ
 Terra mia di ๐—ง๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ ๐—”๐—บ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ฎ
 Catene di ๐—ฃ๐—ฎ๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—”๐—ป๐—ด๐—ฒ๐—น๐˜‚๐—ฐ๐—ฐ๐—ถ
 Lontana terra mia di ๐—”๐—ป๐—ด๐—ฒ๐—น๐—ฎ ๐—•๐—ฎ๐—ฑ๐—ฎ๐—น๐˜‚๐—ฐ๐—ฐ๐—ผ
 Costacciaro di ๐—–๐—ถ๐—ป๐˜‡๐—ถ๐—ฎ ๐—•๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ถ๐—ป๐—ถ
 Come le rose di ๐—ฅ๐—ผ๐˜€๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—•๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 Via Giosuรจ Toni di ๐—ฅ๐—ถ๐˜๐—ฎ ๐—•๐—ผ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ถ
 Ritorno a casa di ๐—ฅ๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐—•๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ถ
 Barga di ๐—ฉ๐—ฎ๐—น๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐—•๐—ฟ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ถ๐—ป๐—ถ
 C'era lla vita di ๐—”๐—ป๐—ด๐—ฒ๐—น๐—ผ ๐—–๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ป๐—ผ
 Tra le nuvole la luna di ๐—š๐—ถ๐˜‚๐˜€๐—ฒ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ ๐—–๐—ฎ๐—ฝ๐—ผ๐—น๐˜‚๐—ผ๐—ป๐—ด๐—ผ
 Ricordi di ๐—•๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ผ ๐—–๐—ฎ๐—ฟ๐—ผ๐—น๐—น๐—ผ
 Perchรฉ papร  di ๐—ฅ๐—ผ๐—บ๐—ฒ๐—ผ ๐—”๐—ป๐˜๐—ผ๐—ป๐—ถ๐—ผ ๐—–๐—ฒ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐—ป๐—ด๐—ฒ๐—น๐—ถ
 Come pronunciare un addio di ๐—•๐—ฟ๐˜‚๐—ป๐—ผ ๐—–๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ๐—บ๐—ผ
 Spettri di pietra di ๐—œ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—–๐—ต๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฒ̀
 Il mio borgo marinaro di ๐—™๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ฒ๐˜€๐—ฐ๐—ผ ๐—–๐—ถ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 Come le rondini di ๐—”๐—ป๐˜๐—ผ๐—ป๐—ถ๐—ผ ๐—–๐˜‚๐—ฟ๐—ฟ๐—ถ
 Acquerello di ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐—ผ ๐——๐—ฎ๐—ถ๐—ป๐—ฒ๐˜€๐—ฒ
 Bevagna nel cuore di ๐—–๐—ฎ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐——'๐—”๐˜€๐—ฐ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ผ
 Le parole della mia terra di ๐—–๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐——๐—ฒ๐—ฎ๐—ป
 Al mio caro borgo di ๐— ๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ๐—น๐—ฒ ๐——๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฃ๐—ผ๐—ฟ๐˜๐—ฎ
 Il rumore del silenzio di ๐—š๐—ฟ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ ๐——๐—ผ๐˜๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ
 Riposo di luoghi di ๐— ๐—ฒ๐—น๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—™๐—ฒ๐—ฟ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ
 A Bologna di ๐—™๐—ถ๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—™๐—ถ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 L'anima di Cingoli di ๐—ฆ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ ๐—™๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐˜‚๐—ฐ๐—ฐ๐—ถ
 Ti ho cercato di ๐—š๐—ฎ๐—ฏ๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—™๐˜‚๐˜€๐—ถ
 Tra case di sassi di ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—™๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ฒ๐˜€๐—ฐ๐—ฎ ๐—š๐—ถ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 Nel nido del cuore di ๐—”๐—ด๐—ป๐—ฒ๐˜€๐—ฒ ๐—š๐—ถ๐—ฟ๐—น๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ
 Ho scelto la restanza di ๐—ฅ๐—ผ๐—บ๐˜‚๐—ฎ๐—น๐—ฑ๐—ผ ๐—š๐˜‚๐—ถ๐—ฑ๐—ฎ
 Echi di passati futuri di ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฐ๐—ผ ๐—Ÿ๐—ฎ๐—บ๐—ผ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ
 Borgo d'un tempo di ๐—œ๐˜๐—ฎ๐—น๐—ผ ๐—Ÿ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฟ๐—ถ๐—ป๐—ถ
 Liete stagioni di ๐—ฃ๐—ถ๐—ฒ๐˜๐—ฟ๐—ผ ๐—Ÿ๐—ฎ๐—ฝ๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ
 La festa del patrono di ๐—˜๐—น๐—ถ๐˜€๐—ฎ๐—ฏ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฎ ๐—Ÿ๐—ถ๐—ฏ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ
 Borgo che fu di ๐—š๐—ถ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ ๐— ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฟ๐—ถ̀
 Dai pendii dei Vibi di ๐——๐—ฒ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ฎ ๐— ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ฎ๐—ถ๐—ผ๐—น๐—ถ
 Contursi Terme di ๐—ฅ๐—ฎ๐—ณ๐—ณ๐—ฎ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ผ๐—น๐—ฑ๐—ฎ
 Gli ulivi respiravano d'argento di ๐—”๐˜€๐˜€๐˜‚๐—ป๐˜๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐˜‡๐—ผ๐˜๐˜๐—ฎ
 La carezza di ๐—ฅ๐—ถ๐˜๐—ฎ ๐— ๐—ฎ๐˜‡๐˜‡๐—ผ๐—ป
 Note di Silenzio e di Cristallo di ๐—”๐—น๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ ๐— ๐—ถ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฎ
 Vicoli e memorie di ๐—š๐—ถ๐˜‚๐˜€๐—ฒ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ ๐— ๐—ผ๐—ฑ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ
 Degli infiniti ritorni di ๐—ก๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐—ก๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐—ฃ๐—ผ๐—ด๐—ด๐—ฒ๐˜€๐—ฒ
 Il luogo del cuore di ๐—Ÿ๐—ฒ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฒ
 Paese nel silenzio di ๐—ž๐—ฒ๐—น๐—ถ๐˜๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ถ
 Il tocco della primavera di ๐—š๐—ถ๐˜‚๐—น๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฒ๐—ฝ๐—ฝ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ป๐—ถ
 Paesaggio di ๐—ฆ๐˜๐—ฒ๐—ณ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ฃ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ป๐—ถ
 Piuma di ๐—ฉ๐—ฎ๐—น๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฒ๐˜๐—ฟ๐˜‚๐˜‡๐˜‡๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 Ritorno nella casa dei nonni di ๐—”๐—น๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฟ๐—ผ ๐—ฃ๐—ผ๐—ฟ๐—ฟ๐—ถ
 Un posto raro di ๐—š๐—ถ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ ๐—ฃ๐˜‚๐—น๐—ฐ๐—ถ
 Magia Antica di ๐—ฆ๐˜๐—ฒ๐—ณ๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฅ๐—ผ๐—ป๐˜‡๐—ถ๐˜๐˜๐—ถ
 Settembre dorato di mosto e di vino di ๐— ๐—ฒ๐—น๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ฎ ๐—ฅ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ
 Ritorno al paese di ๐—–๐—น๐—ฎ๐˜‚๐—ฑ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฅ๐˜‚๐˜€๐—ฐ๐—ถ๐˜๐˜๐—ถ
 A ccu ha scutari di ๐—๐—ผ๐˜€๐—ฒ́ ๐—ฅ๐˜‚๐˜€๐˜€๐—ผ๐˜๐˜๐—ถ
 Qalat-An-Nisa di ๐—˜๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฆ๐—ฝ๐—ฎ๐—ด๐—ป๐—ผ๐—น๐—ผ
 Montalto di ๐—ฅ๐—ผ๐˜€๐—ฎ๐—น๐—ฏ๐—ฎ ๐—ฆ๐—ฝ๐—ฎ๐—ด๐—ป๐—ผ๐—น๐—ผ
 Una forma d’infinito di ๐—”๐˜€๐˜€๐˜‚๐—ป๐˜๐—ฎ ๐—ฆ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฑ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ๐˜๐—ผ
 Nuvole di profumo di ๐—™๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—บ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฎ ๐—ง๐—ฎ๐˜ƒ๐—ผ๐˜€๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐˜€
 Il tuo venirmi incontro di ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐—ฎ ๐—ง๐—ฟ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฎ๐—น๐˜‡๐—ฎ
 Torino, Ti amo di ๐—š๐—ฎ๐—ฏ๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฉ๐—ฎ๐—ถ
 Coriandoli d'infanzia di ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—™๐—ถ๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฉ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฑ๐—ฒ

 ๐— ๐—˜๐—ก๐—ญ๐—œ๐—ข๐—ก๐—œ ๐—ฆ๐—ฃ๐—˜๐—–๐—œ๐—”๐—Ÿ๐—œ
 Il mio paese natio di ๐—”๐—ป๐—ฑ๐—ฟ๐—ฒ๐—ฎ ๐—”๐—ป๐˜€๐—ฒ๐˜ƒ๐—ถ๐—ป๐—ถ
 Borgo di ๐—Ÿ๐˜‚๐—ฐ๐—ฎ ๐—•๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ถ
 Voci di paese di ๐—ง๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐—ฎ ๐—•๐—น๐—ฎ๐˜€๐—ถ
 Dove perpetuo risorge il vagito di ๐—–๐—น๐—ฎ๐˜‚๐—ฑ๐—ถ๐—ผ ๐—–๐—ฎ๐—น๐—ฑ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 Casolare Natio di ๐—™๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ผ ๐—–๐—ฎ๐—น๐˜‡๐—ผ๐—น๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ
 รˆ lร , la felicitร  di ๐—•๐—ฒ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ ๐—–๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ๐˜๐˜๐—ถ
 Cammino di ๐——๐—ฒ๐—บ๐—ผ ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ
 Il silenzio di ๐—”๐—น๐—ฑ๐—ผ ๐—ฃ๐—ฎ๐—น๐—บ๐—ฎ๐˜€
 Il mio fiore di ๐—•๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ถ๐—ป๐—ผ ๐—ฅ๐˜‚๐—ด๐—ต๐—ถ
 Via Fonte di ๐— ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐—ฎ ๐—ฉ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ผ๐˜€๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ผ

Presidente del Premio Flavia Scebba

Le premiazioni si  terranno a Spello presso il Teatro Subasio, in data domenica 3 Marzo alle ore 10.



martedรฌ 23 gennaio 2024

Intervista a Davide R. Colacrai, Premio della Critica "Gabriella Valera Gruber" al XVIII Premio letterario NCC

"Spogliata da tutte le pretese e le aspettative,
spogliata da una tradizione che l’ha snaturata
in uno sbadiglio lontano dalla gente,
nuda nei suoi versi, la poesia siamo noi"


Colacrai รจ un poeta dallo stile inconfondibile, elegante e sciolto. Ha cominciato a farsi notare giร  dal 2008 tastando il terreno dei Concorsi letterari, competizioni che gli hanno consentito di collezionare diversi consensi, e non solo in Italia.

Purtroppo per noi, l’idea di riservare un’intervista a questo particolare artista non รจ per nulla un fatto nuovo. Di Davide Rocco Colacrai, infatti, grazie a diverse interviste, recensioni e note biografiche reperibili in rete, possiamo dire di saperne a sufficienza

e dunque, prima di partire con le domande, ci permettiamo di fare un breve riepilogo:

Nato a Zurigo, da piรน di vent’anni vive e lavora in provincia di Arezzo. Laureato in Giurisprudenza nel 2010, dopo la specializzazione e un Master Universitario di II Livello in Psichiatria forense e Criminologia, oggi svolge la professione di Giurista e Criminologo. Di recente ha dato alla luce la sua decima silloge dal titolo “D come Davide-Storie di plurali al singolare”.


A proposito di quest’ultima creatura, sicuramente avrai in programma una nuova presentazione, ci dici dove e quando?, e soprattutto vorremmo che tu ci rivelassi qualche dettaglio dello spettacolo teatrale che avrai sicuramente preparato anche per quest’ultimo lavoro.

Per prima cosa vorrei ringraziarti per l’ospitalitร . Confesso che non vedo l’ora di partire con uno spettacolo di – come amo definirlo io – poesia in teatro, con cui portare i miei versi alle persone e riflettere insieme sulla Storia Contemporanea, affinchรฉ si possa formare un pensiero critico con cui crescere umanamente e difendersi e con cui evitare la ripetizione di giudizi e pregiudizi che abbiamo giร  sperimentato e dai quali forse abbiamo imparato poco o niente. Perchรฉ il vero obiettivo di questi spettacoli รจ proprio questo: riscoprire la poesia come essenza viva, e fare in modo che essa possa stimolare la curiositร , e con la curiositร  uno studio o almeno un approfondimento dei fatti e delle persone di cui i versi si fanno portatori e cosรฌ condurre ad una riflessione su noi stessi e sul contesto storico nel quale viviamo. Spogliata da tutte le pretese e le aspettative, spogliata da una tradizione che a mio avviso l’ha snaturata in uno sbadiglio lontano dalla gente, nuda nei suoi versi la poesia siamo noi. E spero che chi mi leggerร  e che mi ascolterร  si lascerร  prendere per mano per raggiungere insieme quella che per alcuni sarร  una scoperta e per altri una consapevolezza, cioรจ che la poesia รจ qualcosa che vive ed รจ tangibile, e spero di farlo di persona con il mio prossimo spettacolo – minimalista come lo immagino, e intimo anche; uno spettacolo che perรฒ รจ ancora in fase di costruzione.


Tra le altre cose, si legge di te che nel tempo libero ami cimentarti al pianoforte e suonare anche l’arpa. Hai compiuto studi musicali oppure sei un autodidatta? Inoltre, come te la cavi con il solfeggio?

Confermo volentieri di aver iniziato a studiare pianoforte da bambino, in quanto per i miei genitori era importante dare una educazione musicale a tutti figli. Dal pianoforte poi sono passato al flauto, ho cercato di avvicinarmi alla chitarra ma senza successo e per molti anni mi sono allontanato dalla musica. Durante la pandemia mi sono riavvicinato al pianoforte e ho permesso alle mie dita di esercitarsi nuovamente (cosa che pochi sanno essere fondamentale). Tuttavia ho sempre percepito il pianoforte come uno strumento che mi limitasse, che non permettesse una mia espressione al contempo libera e completa. Per questo motivo ho deciso – forse con un po’ di quell’incoscienza che accompagna l’etร  matura e anche con un po’ di coraggio – di fare una nuova esperienza: mi sono iscritto ad un percorso di Musicoterapia e ho acquistato un’arpa. Uno strumento che ho imparato a scoprire allo stesso tempo con pazienza e meraviglia e del quale mi sono piano piano innamorato in quanto รจ lo strumento che, per quanto mi riguarda, si avvicina e mi avvicina di piรน alla poesia: infatti ci sono momenti di straordinaria identificazione con l’Universo: alcuni incredibili nel senso che riesco a percepire l’infinita bellezza che respira intorno a noi, altri dolorosi nella misura in cui vivo l’Universo che piange tutti quei sogni che i suoi figli hanno smesso di sognare.


“La musica รจ una matematica sonora. La matematica, una musica silenziosa” questa la citazione di Edouard Herriot (uomo politico francese dai primi del ‘900, nonchรฉ scrittore), con la quale si esprime circa il noto “Rapporto tra musica e matematica”. Avendo tu come qualitร  anche quella di amare la matematica, visto che durante il tempo libero la insegni, ci dai una definizione di come tu vedi il rapporto tra... poesia e matematica?

A questo proposito, non posso non citare il titolo di uno miei libri: “Asintoti e altri storie in grammi”, edito da Le Mezzelane Casa Editrice nel 2019. Per quanto mi riguarda, vivo la poesia e la matematica come una specie di divertissement nel senso di ritenere che entrambe siano dotate di un meraviglioso senso dell’umorismo: la poesia puรฒ essere dolce e velenosa, la matematica finemente sarcastica. Inoltre entrambe sono, a mio avviso, caratterizzate da un comune denominatore che possiamo cogliere nella loro inafferrabilitร . Entrambe infatti sono la chiave a molteplici e inesplorate dimensioni, che sono in grado di sentire, di percepire e di capire ma che non riesco a spiegare veramente, in modo compiuto, come se le parole non fossero abbastanza o sufficientemente grandi, o meglio: come se si trattasse di un’altra lingua, comprensibile soltanto da quella nostra parte che va oltre i sensi. Infine entrambe amano farsi corteggiare: un giorno e l’altro pure. Quanto detto mi fa pensare che la poesia e la matematica siano entrambe riconducibili all’uomo-anima escludendo per l’uomo-fisico la possibilitร  di conquistarle e farle sue.


Sappiamo di te che, prima di questa edizione, avevi giร  ricevuto in premio la statuina simbolo dell’Associazione: nel 2014 per la Poesia inedita e nel 2016 per la Poesia a valore religioso. Ritieni che da allora ad oggi il tuo stile sia cambiato?

รˆ vero che, negli anni, ho ricevuto piรน volte la bellissima statuina simbolo dell’Associazione, e ne sono profondamente onorato. Sono dell’idea che ogni autore abbia il suo stile con il quale lo possiamo identificare e riconoscere, e anche che questo stile sia un specie di perimento all’interno del quale ci evolviamo continuamente, giorno dopo giorno. Pertanto credo che, rispetto a quando ho iniziato, si sia verificato una scoperta prima e una definizione dopo del mio stile, e attraverso la definizione una maggiore consapevolezza: della parola, del verso, del poeta che gioca a nascondino con i lettori.


“Il ragazzo che salรฌ sulla collina dei poeti – aula N. 418”, questo il titolo della poesia premiata alla 18แตƒ edizione del nostro Premio letterario. Riportiamo di seguito la motivazione al testo del prof. Gianni Antonio Palumbo in quanto vorremmo che l’autore ci fornisse ulteriori coordinate per saperne di piรน, ad esempio da cosa e da chi ha tratto l’ispirazione per comporre un cosรฌ notevole testo.

“Il ragazzo che salรฌ sulla collina dei poeti – aula n. 418 รจ testo che emerge per numerosi pregi. รˆ la genesi di un incontro, quello con la scrittura poetica, figlia di un senso di diversitร  e di inevitabile solitudine al cospetto di un microcosmo rappresentativo della societร : “la scuola, i suoi figli e le madri - / stretti insieme come conchiglie nella mano innocente e maldestra di un bambino”. Il verso, a tratti lungo, ben si adatta a questo ritmo di narrazione e introspezione, in cui la voce che dice “io” ci accompagna con delicatezza in un mondo interiore meritevole di scoperta. Le immagini sono tutt’altro che scontate; si pensi al bell’incipit: “Ricordo che mi sentivo stretto nella mia aula / quasi fosse un cuore di nodi gordiani / con i quali definirmi secondo una coniugazione che non era la mia”. Fa capolino, come si diceva, il verso lungo, che, non a caso, smorza la musica dei primi due versi e ci consegna alla prosa della quotidianitร : l’incomunicabilitร , il senso di inappartenenza ai canoni e ai modelli che il conformismo impone. Nel prosieguo affiorano simboli antropologici e cristiani quale l’agnello (vessillifero del motivo del ฯ†ฮฑฯฮผฮฑฮบฯŒฯ‚), sostenuti dalla tensione azzurra verso l’infinito, in un testo che rifugge la banale retorica e si segnala per nitore del linguaggio e intensitร  espressiva.”

Gianni Antonio Palumbo.


Chi conosce la mia poesia, sa che i miei versi sono accompagnati spesso e volentieri da note nelle quali mi preme e mi piace condividere specifiche coordinate sul fatto o sul personaggio storico di cui i versi parlano, anche perchรฉ si tratta in molti casi di fatti e personaggi che non sono conosciuti o ricordati in Italia. Fatta questa premessa, รจ importante raccontare che la poesia premiata รจ stata ispirata da un’opera teatrale dal titolo “Il nodo”, in cui si affrontano temi piรน attuali che mai come la scuola, il bullismo e il suicidio. Si tratta di una piรจce talmente cruda – nella rappresentazione e nella cadenza – che ho dovuto vederla due volte prima di essere nella condizione di accogliere, pensare, mandare giรน e infine scrivere la mia versione della storia.


Il Premio della Critica da noi istituito porta il nome di una scrittrice e operatrice culturale che sicuramente hai conosciuto: Gabriella Valera Gruber, presidente dell'Associazione culturale triestina "Poesia & Solidarietร ". Quanto conta per te aver ricevuto un riconoscimento a lei dedicato?

Ho avuto il piacere di incontrare una sola volta, all’inizio della mia carriera, intorno al 2010, Gabriella Valera Gruber. E il mio ricordo รจ necessariamente legato alla cittร  di Trieste, che all’epoca visitavo per la prima volta e di cui mi innamoravo perdutamente a prima vista. Una cittร  che – come ho detto spesso negli anni – ha il mio stesso respiro. E vedermi assegnato questo riconoscimento รจ stato, per me, una emozione difficile da tradurre in parole, soprattutto perchรฉ mi ha colto di sorpresa e le sorprese non si realizzano mai fino in fondo, ci lasciano spesso in uno spazio simile al dormiveglia. Tuttavia chi mi conosce, sa che ogni premio che i miei versi ottengono รจ, per me, il primo: infatti non riesco a dare per scontato che una poesia piacerร , e non ho l’abitudine al successo.


Ringraziandoti per la disponibilitร , vorremmo concludere chiedendoti di svelarci il sogno non ancora realizzato a cui piรน tieni.

Ho un solo sogno che vorrei realizzare – una famiglia.


Con l'augurio che il tuo sogno si possa realizzare quanto prima, saluto te e i tuoi affezionati lettori.

Assunta Spedicato.


martedรฌ 16 gennaio 2024

III Premio letterario "Lo Spirito del Natale", le classifiche poetiche

La sera del 15 gennaio 2024, in diretta streamYard su Facebook, si รจ svolta la cerimonia di proclamazione dei Vincitori del Premio letterario "Lo Spirito del Natale", III Edizione.

L'iniziativa รจ stata promossa da LA CASA DEL MENESTRELLO (nella persona del poeta scrittore Domenico Faniello) in collaborazione con l'ASSOCIAZIONE CULTURALE MATERA POESIA 1995


REGOLAMENTO disponibile al seguente LINK


Per le Sezioni poetiche (la A a tema "Lo Spirito del Natale" e la Sezione D a tema libero), la GIURIA, presieduta da Alessandra Prospero, era composta da: Roberta Placida, Assunta Spedicato, Federico Del Monaco e Stefano Baldinu.

VINCITORI SEZIONE A

1° Premio a Elisabetta Liberatore con Come il mondo (ricordi Natalizi)

Motivazione a cura di Roberta Placida
La poesia, delicata e struggente, trasporta il lettore nella fiaba del Natale visto con gli occhi di bambina: tutto appare piรน grande - “la bambola alta come il mondo”, “l’albero piรน alto del mondo” - e il tempo sembra sospeso “nel gioco interminato di piccoli”. L’autrice interpreta lo spirito del Natale con i sentimenti della nostalgia e della malinconia che pervadono l’intera lirica e che si declinano in immagini raccolte tra i labirinti della memoria e del sogno.

2° Premio a Graziella Di Bella con Cosa ne sa la mia stella di Natale

Motivazione a cura di Federico Del Monaco
Il ricordo nel rimpianto di giorni perduti ci rammenta di vivere nel presente, traendo dal nostro vissuto tutta la felicitร  possibile. Quando la tristezza prenderร  posto a tavola porterร  momenti difficili perfino da comprendere pienamente. Componimento intenso e originale nell’esprimere l’incapacitร  dell’accettazione attraverso il mancato dialogo con la materia. Le consuetudini sopravvivono in nuove lacrime. La fotografia di un dolore non ancora superato.

3° Premio a Carmen Venturella con Dopo la mezzanotte

Motivazione a cura di Stefano Baldinu
In questo testo ben strutturato e suggestivo la poeta Carmen Venturella si รจ data il compito di dare una risposta ad un quesito che ad ognuno di noi almeno una volta si รจ posto: che cosa accade dopo lo scoccare della mezzanotte e il tempo di avvento lascia il posto a quello di Natale? Pare, allora, di osservare l’autrice invitarci a seguirla al di lร  di una ipotetica porta a scoprire cosa si celi dietro il mistero del Verbo fatto carne, dell’inverno che ha sostituito l’autunno prendendo possesso della natura. La poeta, grazie ad un dettato che si conserva sicuro dall’inizio alla fine, constata che se in realtร  pare non si siano verificati cambiamenti apparenti, “il bimbo รจ ancora bimbo/fra le braccia della madre”, qualcosa รจ mutato, “Palpiti di sogni/prendono forma/nelle anime in pena” o “la gente si incammina lenta/verso le case/e i presepi in attesa”, ovvero una rinnovata speranza che faccia allontanare la croce, il dolore e le violenze, incarnata da una giovane, timida luna postasi, quasi in sostituzione della stella cometa, a guida e richiamo ad una umanitร  dispersa in ogni angolo del mondo a riunirsi. Di pregio la chiusa dove il distico risuona come un monito ad ognuno a non lasciare che una speranza rimanga solo tale, ma divenga piena e compiuta certezza.

 

VINCITORI SEZIONE D

1° Premio a Claudia Palombi con Antica sete

Motivazione a cura di Alessandra Prospero
La perdita narrata su preziosa metafora di filigrana, la stessa che ricopre le membra che un dรฌ ci accudirono e ci sostennero. Il tempo che passa inesorabile cambia inevitabilmente anche le fattezze del volto piรน amato, il quale, nel suo incedere verso il Passaggio, diviene specchio, premonizione e sempiterno rimpianto. Deflagrante nella sua compostezza, e per questo struggente, la strofa pentastica iniziale รจ il fulcro del componimento che, in un insospettabile e quasi accennato ribaltamento concettuale, nella perdita dell’archetipo ci offre una chiusa che inneggia alla vita che primigenia ci originรฒ. Perchรฉ, se รจ vero che “Il tempo passa senza chiedere scusa”, come affermรฒ il disegnatore giapponese di manga Jirล Taniguchi, รจ addirittura imprescindibile che chi ci ha preceduto รจ il greco sรชma, "segno" che, come la semantica, dร  un significato al nostro andare nel mondo, anche quando non c’รจ piรน chi fu sorgente vitale.

2° Premio a Grazia Dottore con Bacio la mia terra

Motivazione a cura di Stefano Baldinu
Sono versi forgiati nel dolore e nello struggimento quelli della poesia di Grazia Dottore. La poeta dimostra di aver raggiunto piena consapevolezza e maestria nell’utilizzo degli strumenti poetici e umani e una maturitร  tale da permetterle di restituirci intatto tutto il dramma di chi subisce la violenza della guerra ed รจ costretto a lasciare, per poco tempo o, forse, per sempre, il proprio Paese natio. Grazia Dottore riesce a farsi della stessa sostanza del protagonista il quale un istante prima di varcare la frontiera della Nazione che lo accoglierร  si volta idealmente indietro e rivede, in rapida sequenza, tutto l’orrore, la violenza e lo scempio causati dalla guerra e con un dolore composto, ma allo stesso tempo lancinante, intona un doloroso canto di addio paragonabile, pur in un ambito differente, solo al celebre “Addio monti…” pronunciato da Lucia nel capolavoro manzoniano dei “Promessi Sposi”.

3° Premio a Elisabetta Biondi Della Sdriscia con Ombre

Motivazione a cura di Assunta Spedicato
In “Ombre” si osservano due distinte proiezioni: la prima implica lo sguardo verso l’esterno, verso l’altro uguale e differente da sรฉ; la seconda, invece, volge all’interno, a raccogliere sfumature nascoste. In entrambe si palesa un’ombra, una figura dal duplice significato la cui scelta evidenzia, insieme ad altri particolari stilistici, le notevoli qualitร  espressive dell’autrice. Per un verso lei, idealmente attratta da frammenti sconosciuti di altre vite, si identifica nell’ombra notturna frutto di luce artificiale, per l’altro, l’ombra รจ intesa come un velo impalpabile di tristezza o di malinconia che per pochi istanti cala nell’animo dell’osservatore a opacizzare la luce interiore. Sotto osservazione, con l’ausilio di luci ed ombre, รจ l’ineluttabilitร  del tempo. Un tema ricorrente che l’autrice affronta con un linguaggio nitido, e senza mai scadere nel lamento. Aspetti che facendo leva sulle consapevolezze acquisite, restituiscono un agile cambio di prospettiva con significativi spunti di riflessione.

 

La registrazione della puntata รจ disponibile QUI