mercoledì 21 aprile 2021

NELLE STANZE DI ALICE - Antologia in versi, una visita al cuore di Casa Andriollo

l'iniziativa nata per caso


Presso l’abitato di Olle, in un antica casa familiare, è stato realizzato un percorso espositivo dedicato alla donna: attraverso le testimonianze legate ai diversi momenti dell’esistenza femminile e alle sue valenze sociali e simboliche, si darà voce alle anonime abitatrici della montagna. Alcuni spazi della Casa Andriollo ospitano documenti e manufatti del vissuto femminile soprattutto in ambito domestico.

Lo scopo perseguito è quello di valorizzare qualità e saperi delle donne che a somiglianza di Alice, l’ultima abitante della casa, hanno vissuto in silente modestia una condizione di insufficiente considerazione. Il percorso intende mostrare aspetti intimi del vissuto femminile mettendo in risalto i frutti di una creatività svolta nell’anonimato.

https://www.facebook.com/CasaAndriollo/



NELLE STANZE DELLA CASA DI ALICE - l'iniziativa

Il 16 agosto 2020 ho visitato per la prima volta Casa Andriollo e sono rimasta profondamente colpita dalla cura e dalla sensibilità con cui è stato allestito il Museo. Ho apprezzato moltissimo l’attenzione rivolta alla dimensione segreta del femminile e in particolare quella dedicata ad Alice, l’ultima abitante della casa, nelle cui stanze ha vissuto la sua lunga vita attraversando gran parte del secolo scorso. I muri, gli oggetti, l’atmosfera presente nel Museo, tutto induceva a riflettere su come l’esistenza di una donna si svolga per gran parte in una dimensione nascosta, nutrita principalmente dal simbolico.
Riecheggiava nella casa l’arco intero di una vita, dall’infanzia alla giovinezza, dalla maturità alla vecchiaia. La geografia del corpo veniva disegnata dagli abiti della festa e da quelli del lavoro, dai gioielli, dai monili, dagli amuleti che dovevano proteggere le donne dalla cattiva sorte.
Dai cassoni dotali dentro ai quali erano incollate immagini sacre e dove era riposta la biancheria immacolata, cucita e ricamata con cura, affiorava la memoria di mondi ormai scomparsi fatti di attese, desideri, speranze.
Le competenze femminili sono il frutto di un sapere sommerso, sempre border line tra il sacro e il profano, come la conoscenza delle erbe dalle quali trarre veleni e farmaci, per fare filtri d’amore e sortilegi, ma anche utili per la cura e la salute del corpo.
Nel museo una particolare attenzione è dedicata al ricamo che è una forma di linguaggio attraverso il quale si racconta il mistero della vita stessa. In ogni donna c’è qualcosa di Atena e di Aracne, entrambe abili tessitrici, ma mentre la prima è la dea della sapienza, abile nel tessere strategie belliche, la seconda è una fanciulla sprovveduta, che osa sfidarla e che per questo verrà tramutata in ragno e costretta a tessere per tutta la vita: questa duplice essenza appartiene alla dimensione di un femminile potente, ma al tempo stesso sconfessato.
Mi hanno colpito i libri delle dediche, spesso accompagnati da disegni e pensieri che si scambiavano le scolare e che sono testimonianza di una sensibilità ormai estinta che racconta di amicizie imperiture e profonde. Questa scrittura, così attenta alla dimensione affettiva e così diversa da quella maschile, mi affascinava particolarmente.
Così ho sentito che dovevo fare qualcosa, per risarcire quel femminile nascosto, occultato dietro le pareti domestiche, soffocato dalle varie incombenze di una vita monotona.
Ho sentito Alice come una presenza viva e mi sono connessa empaticamente con lei, per ascoltarne la voce, per accogliere quanto aveva da dirmi.
Spinta dal desiderio di restituirle visibilità e riconoscimento, ho coinvolto delle amiche e delle autrici con le quali condivido la passione per la poesia ed ho proposto loro di iniziare una nuova avventura: attraversare le stanze di Alice per raccontare la sua vita e risarcirla dei tanti anni trascorsi nella solitudine e nel silenzio.

versi in mostra

Il progetto è stato accolto con entusiasmo e in breve ho ricevuto numerose poesie dedicate ad Alice e a tutte quelle donne che hanno vissuto come lei. A questi testi se ne sono aggiunti altri di scrittrici legate al territorio della montagna del Trentino Alto-Adige che con le loro opere hanno contribuito a rendere ancor più completa e preziosa questa testimonianza.
Si tratta di voci e scritture diverse, ma in profonda consonanza, in quanto ogni autrice è entrata empaticamente, direi quasi medianicamente, in contatto con Alice ed ha raccontato nei suoi versi quanto spesso è nascosto nelle stanze in cui ha abitato una donna.
Così la poesia ha riannodato i fili di un sapere interrotto, interrogandosi sul senso della vita e della dimensione più profonda del femminile.
Lucia Guidorizzi.



Nel Museo Casa Andriollo a Olle, frazione di Borgo Valsugana, una stanza è riservata ad Alice. A lei Supernova dedica questo libro curato da Lucia Guidorizzi con i contributi di: Isabella Albano, Antonella Barina, Anna Barutti, Gabriella Beber Bonvecchio, Adriana Bertoncin, Rocío Bolaños, Antonella Bontae, Francesca Ruth Brandes, Rosa Maria Campregher, Rosanna Cavallini, Marta Celio, Mariapia Coppola, Marinella Cossu, Brunamaria Dal Lago Veneri, Sabrina De Canio, Leila Falà, Silvia Favaretto, Fernanda Ferraresso, Fabia Ghenzovich, Giuliana Gilli, Laura Guadagnin, Lucia Guidorizzi, Anna Lombardo, Sara Maino, Nina Maroccolo, Nadia Martinelli, Anita Menegozzo, Martina Michieli, Marina Montagnini, Giulia Panetto, Marta Paolantonio, Cristina Pappalardo, Emanuela Parodi, Giorgia Pollastri, Vittoria Ravagli, Perla Lusete Rivera, Bruna Sartori, Annalisa Scialpi, Assunta Spedicato, Grazia Sterlocchi, Eleonora Stevanin, Gabriella Valera, Graziella Valera Rota, Marisol Vera Guerra, Serena Vestene, Sabrina Vian, Claudia Zaggia, Claudia Zironi.


martedì 20 aprile 2021

FESTIVAL LETTERARIO LIBRI NEL BORGO ANTICO di Bisceglie – EDIZIONE 2021

Il festival letterario dove migliaia di appassionati
incontrano e ascoltano i più grandi autori.
Centoventi conversazioni e una infinità di libri
nelle cinque piazze del Borgo Antico di Bisceglie
affacciato sull’Adriatico.




Un centro storico scrigno di preziose memorie del passato. Suggestivi vicoli e piazzette popolate da migliaia di visitatori richiamati dalla partecipazione di scrittori e giornalisti che animano le calde serate estive del borgo medioevale affacciato sul mare.

Questo è il magico scenario che si ricrea ogni anno con l’arrivo, nell’ultimo fine settimana di agosto, di Libri nel Borgo Antico, festival letterario in programma a Bisceglie.

Un salotto all’aperto che accoglie le maggiori espressioni della narrativa, della poesia, del giornalismo, della politica, della scienza, del cinema, dello spettacolo e della religione.

Da Piazza Duomo a Largo Castello, dal Porto turistico a via Giulio Frisari, da Largo Piazzetta a Pendio San Matteo, ogni angolo del suggestivo Borgo Antico diventa palcoscenico per presentare le ultime novità editoriali e per promuovere dibattiti su grandi temi di attualità.


Libri nel Borgo Antico è uno spazio condiviso e inclusivo, che ospita al suo interno anche giovani talenti in erba e case editrici del territorio. Vivaio di nuove promesse e volano per le realtà locali meritevoli di visibilità.

Per maggiori dettagli visita http://www.librinelborgoantico.it/

REGOLAMENTO PER L’ACCESSO ALLA SELEZIONE DEGLI AUTORI entro il 15 maggio 2021







lunedì 19 aprile 2021

Intervista a Anthony Caruana, musicista e scrittore segnalato al Premio Strega.

"Ciascuna esperienza

è per me elemento di crescita.

Nel confronto e nell’ascolto dell’altro

si gettano le basi per migliorarsi."





-Sappiamo, per averti più volte presentato come componente della giuria del nostro Premio Letterario, che la musica quanto la scrittura sono per te due espressioni artistiche molto importanti. A quale tra le due passioni ti sei avvicinato per primo? E la famiglia, a suo tempo, seppe assecondare le tue scelte?

La musica è sicuramente la prima espressione artistica a cui mi sono avvicinato. È di fatto la mia professione. Ho sempre amato però scrivere e ho frequentato il Liceo Classico. I miei studi di formazione, poi, si sono concentrati sulla chitarra, la composizione e l’arrangiamento. Far condividere queste due passioni, in me ora molto forti, è affascinante. In qualche modo mi piace pensare che comunicano l’una con l’altra.

Per quanto riguarda la mia famiglia, sono stato molto fortunato in quanto i miei genitori hanno sempre assecondato con entusiasmo le mie decisioni, senza ostacolarmi in alcun modo, anzi, spronandomi a dare il massimo in ogni occasione.

 



-Hai avuto incontri fortunati, persone e/o maestri che ti hanno aiutato nella crescita?

 La lista sarebbe molto lunga. Ma ho comunque il piacere di citare il maestro Annibale Fioretti che è stato il primo a trasformare le mie emozioni in note.

Per quanto riguarda la narrativa, devo molto a Paolo Restuccia, docente della scuola di scrittura creativa Genius di Roma, e al mio editore Jean Luc Bertoni.

In linea di massima, cerco di fare tesoro di tutti gli incontri che la vita mi riserva. Ciascuna esperienza è per me elemento di crescita. Nel confronto e nell’ascolto dell’altro si gettano le basi per migliorarsi.

Racconto un piccolo aneddoto che riguarda la prima volta che ho conosciuto Jonathan Coe – un autore che amo da anni –. Ero di fronte a lui con un suo libro in mano e non riuscivo a spiccicare una parola; ci siamo fissati a lungo, poi lui mi ha sorriso per rompere il ghiaccio e ha cominciato a farmi delle domande, non curante della fila che si era formata dietro di me per il firmacopie.

In ambito musicale, invece, una volta mi ritrovai a parlare, alla fine di un concerto, con il chitarrista Scott Henderson come fossimo vecchi amici, facendo le quattro del mattino.

Ho voluto fare questi due semplici esempi per dire che spesso la caratteristica che accomuna i più “grandi” è proprio l’umiltà. È uno degli insegnamenti più importanti che ho avuto da questi incontri.


-Coltivi altre passioni?

 Molte. Tra le varie cose, amo giocare a calcio, viaggiare, fare trekking e guardare serie TV.

 


 -In che modo oggi riesci a conciliare musica e scrittura?

Non è sempre facile, principalmente per questioni di tempo. L’importante è programmarsi bene il lavoro da fare, darsi delle piccole tabelle di marcia da rispettare. Cercare, inoltre, di selezionare, quando è possibile, attività che comunque diano soddisfazione professionale ma soprattutto personale.

 


-Nel 2017 esordisci con il romanzo Venerazione - Bertoni Editore - un affresco demoscopico sulle abitudini sessuali dell'umanità alienata, nelle metropoli contemporanee. Come ti sei preparato ad affrontare un tema così complesso?

È stato avvincente entrare nel mondo di Sergio Ranzetti, l’architetto protagonista del mio primo romanzo. In realtà, in questo caso specifico, mi sono lasciato letteralmente guidare dalle sue ossessioni, dalle sue manie e perversioni. L’ho lasciato libero di muoversi nel suo campo d’azione e nell’ambientazione che gli ho costruito intorno – New York per la precisione –. Inoltre, appena ho delineato il personaggio femminile, Luna, il resto è venuto da sé. È stato divertente mettere in scena alcune pagine, nonostante la tematica disturbante.

 



-Il 2020 è l’anno del tuo secondo romanzo Contorni opachi, sempre per la Bertoni Editore. Nella trama riesci a costruire dinamiche familiari dissonanti, come tra l’altro scrive lo sceneggiatore e scrittore Vito Bruschini nel proporti al Premio Strega attualmente in corso. Cosa ha significato per te ritrovare il tuo tra i 62 titoli proposti dagli Amici della domenica del prestigioso Premio Strega?

La gioia di ricevere un riconoscimento del genere è inesprimibile, soprattutto perché del tutto inaspettato. Tutto sommato sono alle prime esperienze di scrittura e ritrovarsi improvvisamente tra i big mi ha sorpreso davvero molto, però, allo stesso tempo, mi ha anche riempito di soddisfazione. Sto prendendo coscienza che la direzione che ho intrapreso, raccontando quello che sento di scrivere, sta andando nella direzione giusta. Leggendo molti dei testi in lizza al Premio Strega, inoltre, ho potuto constatare che, in maniera naturale, mi sono ritrovato a scrivere e parlare di tematiche contemporanee, molto sentite e vicine anche agli altri colleghi scrittori candidati. Essere poi presentato da una persona illustre come Vito Bruschini ha amplificato ancora di più il mio entusiasmo.


-Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sto lavorando su diversi fronti: ho terminato due romanzi in attesa di pubblicazione e sto iniziando la seconda stesura di un terzo che avrà una struttura particolare, fuori dagli schemi tradizionali.

Per quanto riguarda la musica, dovrei registrare a breve un secondo disco di miei brani inediti strumentali. 

 

https://www.facebook.com/anthonycaruanaofficial/

Nota biografia
Anthony Caruana nasce a Derby, nel Connecticut (U.S.A.), nel 1978. All’età di quattro anni, si trasferisce con tutta la famiglia a Civitavecchia (RM), dove attualmente vive.
Diplomato in chitarra presso l’Università della Musica di Roma, e specializzato e chitarra jazz, arrangiamento e composizione alla scuola Percentomusica di Roma, è insegnante, lavora come turnista in studio di registrazione e si esibisce in concerti Live. Nel 2013 esce il suo disco Smooth Technology di Contemporary Jazz. Ha frequentato la scuola di scrittura creativa Omero con Enrico Valenzi e Paolo Restuccia (Narrativa 1-2-3/Editing) e attualmente prosegue la sua formazione presso la scuola di scrittura Genius, con Paolo Restuccia.
Nel 2017 vince la Gara del Racconti, il concorso del programma radiofonico Radio1 Plot Machine indetto da RaiRadio1, con il racconto Notizie Oltreoceano, pubblicato nell’edizione 2017 nell’ebook di Rai Eri, da cui è stato realizzato un cortometraggio con la regia di Paolo Strippoli, grazie alla Scuola Nazionale di Cinema.
È autore dell’opera letteraria-musicale Donna d’Ebano.
Nel 2017 viene pubblicato il suo romanzo d’esordio dal titolo Venerazione, edito da Bertoni Editore e distribuito presso le principali librerie italiane e i maggiori store online.
Nel 2017 partecipa come giurato al concorso indetto dall’“International Tour Film Festival”.
Autore di due opere teatrali e di un musical.
Presenta il romanzo Venerazione in tutta Italia (Salone Internazionale del Libro di Torino; Più Libri più Liberi a Roma; Napoli Città Libro, ecc.).
Nel 2018 è ospite al Festival del cinema all’Isola Tiberina.
Nello stesso anno pubblica il racconto Mare Nostrum nella raccolta Il buio fuori e dentro di noi (Marzia Carrocci Edizioni) e partecipa al Premio Bancarella sezione “opera prima” con Venerazione.
A dicembre 2018 esce il suo nuovo libro, intitolato Imperfezioni, per Bertoni Editore: una raccolta di racconti e foto, in collaborazione con il fotografo anconetano Davide Marrollo.
Collabora inoltre come editor con la casa editrice Bertoni Editore.
Nel settembre 2018 partecipa come ospite al programma Radio1 Plot Machine con il racconto inedito L’amore supremo.
Nel 2019 vengono pubblicati dei suoi scritti in opere collettanee di narrativa e poesia: Stai zitta! nell’antologia Il sole nero di Auschwitz (Poeti per la memoria), Bertoni editore; Va’ dove ti pare nell’antologia Poesia luce del mondo, Bertoni editore; Ancora una volta, racconto selezionato per il Concorso Artistico Nazionale “Ponte Vecchio” (Firenze); Il cappello di paglia, menzione d’onore al Concorso Artistico Nazionale “Ponte Vecchio” (Firenze).
Inoltre, partecipa come giurato al Premio Letterario Internazionale “Napoli Cultural Classic”.
Nel settembre 2020 pubblica il suo secondo romanzo Contorni Opachi, Bertoni Editore.
Nel 2020 pubblica per Il Saggiatore il racconto Vedo per la raccolta I giorni alla finestra.
Nel dicembre 2020 pubblica per Bertoni Editore la poesia Unicum nell’antologia Emilia Romagna - omaggio in versi e fotografie.
A gennaio 2021 partecipa all’Agenda Poetica per Bertoni Editore con la poesia Aspetto che arrivi.
A febbraio 2021 pubblica la poesia Ode del silenzio nella raccolta Inno all’amore, poesiaedizioni per Bertoni.
È prevista per la primavera del 2021 la pubblicazione del suo racconto La donna sotto l’albero di ciliegio nella raccolta Raccontami di tè, Bertoni Editore.
È curatore della collana Schegge per Bertoni Editore.

domenica 18 aprile 2021

Intervista a Lucia Guidorizzi, la poetessa dei lunghi cammini.

LUCIA GUIDORIZZI
viandante nella vita e nella scrittura, è nata a Padova e vive a Venezia.  Laureata in Lettere, conduce seminari di lettura e scrittura ed ha recensito numerose opere di poeti contemporanei.
Ha pubblicato con Editoria Universitaria quattro libri di poesie: “Confini” (2005), “Scandalose entropie. Riflessioni poetiche sugli abusi prodotti dal divenire storico” (2006),“Ibrida Hybris”(2007), "Quadrilunio. Una tetralogia dell'Anima." (2009) e con Supernova "Milagros"(2011), “Nel paese dei castelli di sabbia” (2013), “Controcanto” (2015), “Pietra Esile” (2017), “Foreste e forestieri” (2019), “Quanto dista Finisterre?” (2020)
E’ curatrice della rubrica LuciAllaluna online sulla letteratura ispanoamericana per il Progetto 7Lune e curatrice per Cartesensibili https/ cartesensibili wordpress. com/ della rubrica Sentieri Sognanti e dei quaderni del Cammino. La sua voce è presente nella Poetry Sound Library curata da Giovanna Iorio.

Questa la sintetica biografia fornitaci dalla poetessa quando le si chiese di collaborare con noi in qualità di giurata per la Sezione Poesia alla XVIª edizione del nostro Premio Letterario.

In realtà, Lucia Guidorizzi è molto di più.

Ho avuto modo di constatare, attraverso i suoi scritti, quanto effettivamente Lucia sia una viandante, nella vita quanto nella scrittura. Ma non certo a livello amatoriale. In effetti è una viandante alla continua ricerca di percorsi di arricchimento, spirituali e culturali. Per meglio comprendere il suo valore artistico, l’ho invitata a rispondere ad alcune domande.

 

-Sembra quasi che il tuo essere veneziana, abitante di una città dove l’elemento acqua prevale, ti abbia stillato dentro la voglia di compensare l’instabilità dell’acqua con la stabilità della terra ferma, con dei camminamenti che vanno oltre l’equilibrio galleggiante delle tue radici. Che ne pensi di questa mia impressione?

 

Vivere in una città come Venezia significa vivere sospesi tra due dimensioni che dialogano tra loro. La sua collocazione particolarissima tra mare e laguna la rende una città di confine, o meglio, la caratterizza come una soglia tra due mondi. Per questo motivo le suggestioni legate all’acqua, simbolo dell’inconscio per eccellenza e la terra, luogo di radicamento e memoria, creano una condizione privilegiata per esprimersi poeticamente e simbolicamente.

 


-Dalla lettura dei tuoi versi si comprende quanto questi siano frutto di un duplice cammino. Ad esempio, in “Quanto dista Finisterre?”, tua recente raccolta poetica dal titolo emblematico, si può comprendere come tale viaggio passi anche attraverso approfonditi percorsi di studio. Il viaggio per te vuol dire forse riuscire a mettere insieme l’anima dei luoghi con quella dei libri - autori e miti - da te consumati quanto le tue scarpe?

 

Spesso le letture e le ricerche mi conducono verso i luoghi e i luoghi verso le letture e le ricerche. Mi è sempre piaciuto viaggiare in maniera duplice, attraverso lo studio di autori che appartengono ai territori che percorro. Ad esempio, proprio in “Quanto dista Finisterre?” c’è una sezione, intitolata “Trilogia gallega” che è un omaggio a tre poeti galleghi, Ramon del Valle Inclàn, Rosalia de Castro e Lois Pereiro che ho letto poco prima di partire e nel corso del mio cammino nell’estate del 2019 verso Santiago di Compostela lungo la “senda litoral” che si affaccia sull’Oceano Atlantico. La loro poesia mi ha accompagnato lungo il cammino e sono stati i miei numi tutelari e compagni di viaggio, i loro versi hanno scandito il ritmo dei miei passi.

 


-Il saper raccogliere esperienze strada facendo, è frutto di una eredità coltivata o fa semplicemente parte della tua natura?

 

Ho sempre amato moltissimo viaggiare, con il corpo e con lo spirito, per investigare luoghi, storie, vicende e conoscere persone, ma negli anni si è intensificata sempre più la necessità di percorrere a piedi lunghi tratti di strada, immersa nel paesaggio, per poter meglio assaporare le suggestioni che mi vengono incontro per poi allontanarsi. Questo modo di fare esperienza lo si potrebbe definire un “pensare rammemorante” da cui emergono parole e immagini che poi divengono scrittura.



 

Ti ritieni figlia d’arte? Quanto sei stata influenzata dallo stile di Gemma Guidorizzi Tasinato, intellettuale e fine poetessa, nonché tua madre?

 

A casa ho sempre sentito parlare di poesia. I miei genitori avevano un rapporto di grande complicità intellettuale e lavoravano insieme a progetti letterari, scrivevano recensioni, tenevano corrispondenza con molti poeti significativi del Novecento. Ho sempre trovato nella poesia il mio modo privilegiato per esprimermi e questa eredità materna negli anni si è fatta sempre più consistente.  Rileggendo ultimamente le sue poesie riconosco nella mia scrittura molte consonanze e similitudini di cui non ero prima del tutto consapevole.

 


-Ci sono altri autori che hanno segnato il tuo percorso?

 

Durante l’adolescenza ho letto e amato Charles Baudelaire e Arthur Rimbaud, ma anche Dino Campana, Emily Bronte e Emily Dickinson, tutti autori che amo ancora moltissimo. In seguito mi sono appassionata alla poesia di Fernando Pessoa.

 

-Oltre allo studio del mito, che ritieni importante come occasione per ripensare la contemporaneità, quali sono i temi a te più cari?

 

Uno dei temi che mi sono più cari è quello del dialogo con i morti, in quanto tutta la nostra esperienza esistenziale e poetica è debitrice delle letture di opere di autori che ci hanno preceduti, lasciando tracce e testimonianze indelebili che siamo in dovere di raccogliere e di trasmettere a nostra volta alle generazioni future.  Poesia è far parlare i morti che ci abitano e risarcire gli antenati, restituendo loro la parola.

Un altro tema che mi è caro è quello dell’impermanenza. Prendere coscienza dell’essenza effimera delle cose, di come in continuazione nascano e scompaiano. Soffermarsi sul senso illusorio che permea ogni cosa, legato al perenne divenire dell’Universo, permette di avere uno sguardo  consapevole sull’esistenza.

Nelle mie ultime raccolte si è fatto avanti anche il desiderio di diventare “forestiera”. Davanti alla perdita di senso della contemporaneità, di fronte all’orrore dell’essere continuamente esposti, monitorabili e catalogabili, addomesticati dall’informazione e dalle statistiche, la mia forma di dissenso e di rivolta consiste nell’entrare metaforicamente nella foresta, unico modo per mantenere intatto il proprio nucleo profondo e vitale. Penso che la poesia debba sempre operare un oltrepassamento, essere frutto di una ricerca assidua che porta a investigare luoghi e circostanze, spingendosi sempre oltre. La poesia non dimentica mai la ricerca, la curiosità, il desiderio e il superamento dei propri limiti. La poesia deve educarci, nel senso letterale del termine, ovvero condurci fuori da noi stessi.

 


Ho trovato in “Attraversando i campi” - da Quanto dista Finisterre?- dei versi molto significativi, adatti a comprendere, anche se solo in parte, la tua visione del “viaggio”. Ne ripropongo alcuni, con la speranza che la sintesi sia dimostrazione della tua intensità poetica

 

Solitari e ostinati

Imperterriti attraversiamo

Campi colline ponti crocicchi

 

Attraversiamo corpi

Lingue e linguaggi

E camminando cambiamo

Insieme ai paesaggi

 

Anche la parola

Camminando si trasforma

E con lei l’immagine del mondo

 

Attraverso parole passano segni

E segni inventano paesaggi

 

La lingua è il mio modo d’esistere

La abito camminando

 

Abitare le case della parola

Significa camminare in perenne dispatrio

 

Nell’ibrido impasto di suoni

Si percorre il corpo della Madre

Ci si avvicina al mistero dell’essere

 

Giungere a quel limite estremo

Che è la lingua materna

Dimensione mitica e leggendaria

Dell’Origine

 

Narrazione ininterrotta

È dimensione orale del racconto…

 

 

-Nella tua scrittura poetica fai volentieri a meno della punteggiatura, come se tu volessi esprimere un bisogno di pulizia ed essenzialità. La tua è una soluzione adottata da sempre?

 

Ho imparato un po’ alla volta ad alleggerire i testi, togliendo gran parte della punteggiatura e molti articoli determinativi e indeterminativi. Cerco anche di evitare le similitudini e tento di limitare l’uso degli aggettivi, anche se mi piacciono. In realtà, quando si scrive c’è molta zavorra che va eliminata. Sfrondare è importante perché così, un po’ alla volta, emerge l’essenza, il nucleo stesso della poesia.

 

-Ti va di condividere qui una poesia a cui tieni molto e a confidarcene il motivo?

 

Volentieri! E’ sempre difficile scegliere una poesia tra le varie che si sono scritte, perché ognuna è legata a momenti, emozioni e sensazioni diverse e particolari che diventano pietre miliari del proprio cammino esistenziale. Tra le tante, scelgo questa, che mi è particolarmente cara, perché mi sembra indichi una sorta di percorso spirituale, tra cadute, smarrimenti e assenze, verso una dimensione del profondo.

  

NADA

 

E dopo tutti i nostri incontri

Di nuovo devo abituarmi

Alla tua assenza

Quanta distanza c'è nell'amore

E quanto amore c'è nella distanza

 

Il discrimine è questa lama gentile

Che mi obbliga a spargere sangue

Che mi costringe cortesemente alla resa

Per non scalfire la santità del giorno

 

E dopo tutto questo frastuono

Mi ritrovo ancora ad ardere

Imprigionata in questa fiamma

Tenera e viva e sola

 

Lima la mia protervia protesa

Scheggia la pietra dura del cuore

Estrai la creatura palpitante

Impara il silenzio

 

Da “Quadrilunio” Editoria Universitaria 2009

 


-Quali saranno i tuoi prossimi passi, hai già in mente un nuovo itinerario, culturale?

 

Sto lavorando a un progetto in cui creo una sorta di dialogo oltre il tempo e lo spazio, tra la poesia di mia madre e la mia. Non è solo un lavoro autobiografico, ma un tentativo di investigare le radici del linguaggio, per risalire alle sorgenti stesse della poesia.

 


giovedì 15 aprile 2021

Concorso di Poesia Maggio Pontelongano "Antico Ottorino ed Elisa Benvegnu' Ortu" XXXV edizione - anno 2021

 Veneto - Pontelongo (PD)



Il Concorso 2021 per gli Istituti Scolastici quest’anno non è stato bandito a causa dell’emergenza sanitaria.

La Premiazione avrà luogo, salvo diverse disposizioni normative anti Covid-19, nell’ambito delle manifestazioni del Maggio Pontelongano, Domenica 9 Maggio 2021 alle ore 16,00. La Cerimonia si terrà all’aperto presso il complesso dell’ex Casa del Fascio in Via Villa del Bosco n° 526 a Pontelongo (PD); in caso di maltempo, si svolgerà al chiuso, sempre presso lo stesso indirizzo.

Alla Cerimonia di Premiazione si conferiscono i Premi dei Vincitori del Concorso XXXIV, che non sono stati assegnati nel Maggio 2020 causa Covid-19. 

Regolamento

ADULTI - CLASSIFICA DEI VINCITORI XXXV Edizione:

1°premio

nr

titolo

autore

assoluto

 

60

 

Il sogno di Danilo

 

Pietro Catalano

 

 

2°premio

nr

titolo

autore

ex aequo

 

139

 

Mano nella mano

 

Ronchin Aldo

 

ex aequo

 

187

 

Foglie screziate dal vento

 

Lucia Lo Bianco

 

ex aequo

 

173

 

L'uomo che piantava gli alberi

 

Carmelo Consoli

 

 

3°premio

nr

titolo

autore

ex aequo

 

138

 

Della vita che vive

 

Salvatore Barile

 

ex aequo

 

86

 

Il colore del tramonto

 

Giancarlo Guani

 

ex aequo

 

12

 

Una carezza perenne

 

Giancarlo Milani