martedì 16 gennaio 2024

III Premio letterario "Lo Spirito del Natale", le classifiche poetiche

La sera del 15 gennaio 2024, in diretta streamYard su Facebook, si è svolta la cerimonia di proclamazione dei Vincitori del Premio letterario "Lo Spirito del Natale", III Edizione.

L'iniziativa è stata promossa da LA CASA DEL MENESTRELLO (nella persona del poeta scrittore Domenico Faniello) in collaborazione con l'ASSOCIAZIONE CULTURALE MATERA POESIA 1995


REGOLAMENTO disponibile al seguente LINK


Per le Sezioni poetiche (la A a tema "Lo Spirito del Natale" e la Sezione D a tema libero), la GIURIA, presieduta da Alessandra Prospero, era composta da: Roberta Placida, Assunta Spedicato, Federico Del Monaco e Stefano Baldinu.

VINCITORI SEZIONE A

1° Premio a Elisabetta Liberatore con Come il mondo (ricordi Natalizi)

Motivazione a cura di Roberta Placida
La poesia, delicata e struggente, trasporta il lettore nella fiaba del Natale visto con gli occhi di bambina: tutto appare più grande - “la bambola alta come il mondo”, “l’albero più alto del mondo” - e il tempo sembra sospeso “nel gioco interminato di piccoli”. L’autrice interpreta lo spirito del Natale con i sentimenti della nostalgia e della malinconia che pervadono l’intera lirica e che si declinano in immagini raccolte tra i labirinti della memoria e del sogno.

2° Premio a Graziella Di Bella con Cosa ne sa la mia stella di Natale

Motivazione a cura di Federico Del Monaco
Il ricordo nel rimpianto di giorni perduti ci rammenta di vivere nel presente, traendo dal nostro vissuto tutta la felicità possibile. Quando la tristezza prenderà posto a tavola porterà momenti difficili perfino da comprendere pienamente. Componimento intenso e originale nell’esprimere l’incapacità dell’accettazione attraverso il mancato dialogo con la materia. Le consuetudini sopravvivono in nuove lacrime. La fotografia di un dolore non ancora superato.

3° Premio a Carmen Venturella con Dopo la mezzanotte

Motivazione a cura di Stefano Baldinu
In questo testo ben strutturato e suggestivo la poeta Carmen Venturella si è data il compito di dare una risposta ad un quesito che ad ognuno di noi almeno una volta si è posto: che cosa accade dopo lo scoccare della mezzanotte e il tempo di avvento lascia il posto a quello di Natale? Pare, allora, di osservare l’autrice invitarci a seguirla al di là di una ipotetica porta a scoprire cosa si celi dietro il mistero del Verbo fatto carne, dell’inverno che ha sostituito l’autunno prendendo possesso della natura. La poeta, grazie ad un dettato che si conserva sicuro dall’inizio alla fine, constata che se in realtà pare non si siano verificati cambiamenti apparenti, “il bimbo è ancora bimbo/fra le braccia della madre”, qualcosa è mutato, “Palpiti di sogni/prendono forma/nelle anime in pena” o “la gente si incammina lenta/verso le case/e i presepi in attesa”, ovvero una rinnovata speranza che faccia allontanare la croce, il dolore e le violenze, incarnata da una giovane, timida luna postasi, quasi in sostituzione della stella cometa, a guida e richiamo ad una umanità dispersa in ogni angolo del mondo a riunirsi. Di pregio la chiusa dove il distico risuona come un monito ad ognuno a non lasciare che una speranza rimanga solo tale, ma divenga piena e compiuta certezza.

 

VINCITORI SEZIONE D

1° Premio a Claudia Palombi con Antica sete

Motivazione a cura di Alessandra Prospero
La perdita narrata su preziosa metafora di filigrana, la stessa che ricopre le membra che un dì ci accudirono e ci sostennero. Il tempo che passa inesorabile cambia inevitabilmente anche le fattezze del volto più amato, il quale, nel suo incedere verso il Passaggio, diviene specchio, premonizione e sempiterno rimpianto. Deflagrante nella sua compostezza, e per questo struggente, la strofa pentastica iniziale è il fulcro del componimento che, in un insospettabile e quasi accennato ribaltamento concettuale, nella perdita dell’archetipo ci offre una chiusa che inneggia alla vita che primigenia ci originò. Perché, se è vero che “Il tempo passa senza chiedere scusa”, come affermò il disegnatore giapponese di manga Jirō Taniguchi, è addirittura imprescindibile che chi ci ha preceduto è il greco sêma, "segno" che, come la semantica, dà un significato al nostro andare nel mondo, anche quando non c’è più chi fu sorgente vitale.

2° Premio a Grazia Dottore con Bacio la mia terra

Motivazione a cura di Stefano Baldinu
Sono versi forgiati nel dolore e nello struggimento quelli della poesia di Grazia Dottore. La poeta dimostra di aver raggiunto piena consapevolezza e maestria nell’utilizzo degli strumenti poetici e umani e una maturità tale da permetterle di restituirci intatto tutto il dramma di chi subisce la violenza della guerra ed è costretto a lasciare, per poco tempo o, forse, per sempre, il proprio Paese natio. Grazia Dottore riesce a farsi della stessa sostanza del protagonista il quale un istante prima di varcare la frontiera della Nazione che lo accoglierà si volta idealmente indietro e rivede, in rapida sequenza, tutto l’orrore, la violenza e lo scempio causati dalla guerra e con un dolore composto, ma allo stesso tempo lancinante, intona un doloroso canto di addio paragonabile, pur in un ambito differente, solo al celebre “Addio monti…” pronunciato da Lucia nel capolavoro manzoniano dei “Promessi Sposi”.

3° Premio a Elisabetta Biondi Della Sdriscia con Ombre

Motivazione a cura di Assunta Spedicato
In “Ombre” si osservano due distinte proiezioni: la prima implica lo sguardo verso l’esterno, verso l’altro uguale e differente da sé; la seconda, invece, volge all’interno, a raccogliere sfumature nascoste. In entrambe si palesa un’ombra, una figura dal duplice significato la cui scelta evidenzia, insieme ad altri particolari stilistici, le notevoli qualità espressive dell’autrice. Per un verso lei, idealmente attratta da frammenti sconosciuti di altre vite, si identifica nell’ombra notturna frutto di luce artificiale, per l’altro, l’ombra è intesa come un velo impalpabile di tristezza o di malinconia che per pochi istanti cala nell’animo dell’osservatore a opacizzare la luce interiore. Sotto osservazione, con l’ausilio di luci ed ombre, è l’ineluttabilità del tempo. Un tema ricorrente che l’autrice affronta con un linguaggio nitido, e senza mai scadere nel lamento. Aspetti che facendo leva sulle consapevolezze acquisite, restituiscono un agile cambio di prospettiva con significativi spunti di riflessione.

 

La registrazione della puntata è disponibile QUI


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