Le buone letture
a cura di Assunta Spedicato.
Ci sono tavoli che si aprono a libro duplicando i posti a sedere, e permettendo così di condividere quanto si ha con più commensali. Un paragone, questo, accostabile alla scrittura di Hafez Haidar, in relazione al romanzo “Il complotto delle donne di Maometto”, edito da Di Felice Edizioni. Qui l’autore, con fare semplice e disponibile, sembra infatti invitare i propri lettori ad attingere alle sue conoscenze e ad assaporare alcuni aspetti della cultura islamica che altrimenti resterebbero a nutrire la diffidenza.
Un’apertura, quella di Haidar, che si manifesta attraverso lo sforzo di rendere stilisticamente fruibili le sue opere, pur procedendo nell’esposizione minuziosa di fatti e concetti. Un modo di essere, il suo, che non esula dall’attività di scrittore, poeta e docente di letteratura araba, e che ha saputo proporre nel tempo, tanto da valergli, nel 2017, la candidatura al Premio Nobel per la Pace.
L’autore, regia saggia ed invisibile della storia, sviluppa la trama utilizzando più volte come cardine la scena delle donne che al calar della sera si stringono intorno ad A’isha, giovane moglie di Maometto e voce assunta al ruolo di fedele portavoce nella narrazione. Sarà lei, infatti, a svelare il segno distintivo lasciato da ciascuna donna entrata a far parte della vita del Profeta. L’imput a raccontare sarà di volta in volta sollecitato dalla curiosità di altre donne, ospiti/comparse che a fine giornata si ritroveranno intorno al braciere a condividere, anche con il lettore, i riti dell’ospitalità.
Tra vassoi di datteri freschi e pagnotte di biada appena sfornate, prenderanno così vita le storie suddivise in capitoli, ciascuno dedicato ad una donna e ad un corrispettivo periodo storico, ma tutti legati alla nascita e alla diffusione della religione islamica.
A riempire lo sfondo ci sarà dunque la storia, fluidamente spiegata. Mentre in primo piano, a dividersi la scena, osserveremo il profilo pubblico e quello privato dei protagonisti. Il ciò rivela una geniale scelta narrativa, che darà talvolta l’impressione di mostrare un profilo inedito del Profeta, profilo che comunque resterà fedele alla tradizione.
A voler trovare a tutti i costi un difetto a questo delizioso romanzo, si potrebbe dire che in realtà, all’interno della trama, non c’è un vero e proprio complotto da parte delle donne di Maometto. Particolare che comunque non delude le aspettative, ma fatto sta che il termine complotto, contenuto nel titolo dell’opera, si rivela un buon espediente per solleticare la curiosità dei potenziali lettori. Una trovata, questa, da autore esperto e raffinato.
Hafez Haidar, nato in Libano, è stato candidato al Premio Nobel per la Pace 2017. Docente presso l’Università di Pavia, ha pubblicato numerosi libri e bestseller tra gli altri per Mondadori, Rizzoli, Piemme e Fabbri Editore, che gli sono valsi numerosissimi premi e riconoscimenti. Da anni diffonde l’arte della narrativa e della saggistica nelle scuole e nelle università italiane ed estere. È presidente onorario del Premio internazionale di giornalismo “Maria Grazia Cutuli”. La sua traduzione di Le mille e una notte ha suscitato l’interesse del mondo letterario. Per Imprimatur ha curato Donne che urlano senza essere ascoltate, una raccolta di scritti di Khalil Gibran (2016), con il quale ha vinto il Premio Juan Montalvo per la narrativa 2017. Tra i suoi libri ricordiamo Le donne che amavano Maometto, Il complotto delle donne di Maometto, L'ultimo profeta. Gibran nel mio cuore, Il nuovo profeta. Quando l'amore chiama seguilo. Gibran nel mio cuore, Lezioni di pace e San Francesco e il sultano. Racconti d'amore dalla Bibbia, dal Vangelo e dal Corano, La voce del profeta, Il razzismo spiegato ai giovani. Un passo oltre l'indifferenza.
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