domenica 25 luglio 2021

Intervista a EMANUELE CAVARRA, vincitore per la Narrativa Inedita al XVI° Premio Letterario Internazionale NCC

a cura di Assunta Spedicato

LINK per la lettura del Racconto Primo classificato, delle motivazioni e della biografia dell'Autore.


Mi capita molto spesso di utilizzare il pensiero creativo,
anche senza volerlo. Fa ormai parte del mio approccio alla vita



 Emanuele Cavarravincitore del Primo Premio per la Narrativa Inedita

 
Signor Cavarra, ci parli di lei e dei frutti maturati dalla sua “KreativaMente”.
 
- Avevo solo 22 anni quando fondai KreativaMente, la mia agenzia di grafica pubblicitaria. Eravamo nel lontano 1993, e da allora non ho mai smesso di esercitare l’immaginazione. La creatività è diventata il mio pane quotidiano, croce e delizia cui continuo a ricorrere per creare loghi, campagne pubblicitarie, slogan e progetti editoriali. Sono convinto che questa particolare capacità del cervello sia simile ad un muscolo che si rafforza attraverso l’esercizio e che, quando ben allenato, garantisce buone prestazioni in ogni occasione. Mi capita molto spesso di utilizzare il pensiero creativo, anche senza volerlo. Fa ormai parte del mio approccio alla vita: ad esempio, se devo prepararmi un pasto, difficilmente mi attengo a una ricetta predefinita, ma mi piace sperimentare, trovare nuove strade, a volte anche disastrose ma sicuramente divertenti. Qualsiasi scelta debba compiere, da quelle artistiche alle più banali, cerco di farla in modo creativo.
Anche per la scrittura è accaduto qualcosa di simile. A quarant’anni, una mattina, decisi di scrivere il mio primo libro. Da allora, nonostante ne siano passati altri dieci, non sono riuscito a smettere.


Per quanto riguarda il suo talento artistico, si è mai sentito erede di qualcuno? Se è così, ce lo illustra a parole?
 
- Forse. La mattina di cui parlavo prima, quella in cui sentii il “bisogno” impellente di scrivere, seguiva il mio primo risveglio nella casa in cui, tanti decenni prima, aveva vissuto un parente di mia moglie, il poeta Vann’Antò, un artista dall’animo sensibile. Qualcuno dirà che mi sono semplicemente fatto suggestionare, e probabilmente ha ragione, ma mi piace pensare che qualcosa del talento artistico di quell’uomo abbia impregnato le pareti di quella casa e che, in qualche modo, anch’io sia riuscito ad assorbirlo. Una cosa, comunque, è certa: che in quel luogo sono nati molti dei miei racconti e romanzi più riusciti.

Consegna il premio l’Assessore alla Cultura
del Comune di Marigliano,
la dott.ssa Irene Sorgente

Era prevedibile che, a un certo punto, un creativo come lei approdasse alla scrittura e che scegliesse la parola scritta per raccontare la nostra contemporaneità. Ma la Scrittura non richiede il solo saper scrivere, essa necessita di buoni narratori, e sicuramente lei avrà cominciato a "raccontare" già prima di proporsi come scrittore. Ci dica: da quanto tempo aveva in mente quelle storie?
 
- Prima di quella mattina, mi ero limitato a scrivere solo in ambito pubblicitario. Da qualche anno, però, ogni sera mi piaceva addormentare i miei figli raccontando loro delle storielle che inventavo sul momento. Erano ogni volta diverse. Ognuna di quelle sere era un momento magico e spesso io stesso rimanevo sorpreso dalle trame che uscivano fuori. Sebbene fossero storie semplici, si evolvevano catturando l’attenzione dei bambini e il finale, in genere, li lasciava contenti.
 

Dalla carta all'inchiostro... ed anche oltre. Quali sono le iniziative che la vedono impegnarsi anche successivamente la produzione del libro? Ci è giunta voce circa il suo coinvolgimento nella realizzazione di eventi a favore dell'editoria locale. Saremmo felici di saperne di più.
 
- La mia professione mi porta sovente a contatto col mondo editoriale. Da sempre curo la veste grafica e l’impaginazione di giornali, riviste e libri, ma mentre nei primi anni mi limitavo al solo aspetto estetico, col tempo ho cominciato a suggerire come migliorare anche i contenuti testuali. A poco a poco, l’aspetto squisitamente grafico si è evoluto in qualcosa di più ampio: un vero e proprio lavoro prima redazionale e poi persino da editore. Oggi KreativaMente è in grado di fornire anche l’editing e quei requisiti che conferiscono a una pubblicazione la vera dignità di un libro, come il codice ISBN. Il passo è stato breve, così nel 2018 è nata la KreativaMente Editrice, una realtà che, sebbene piccolissima, è in grado di offrire prodotti di qualità come volumetti illustrati, anche a colori, stampati su carte pregiate.
Da qualche anno, poi, con un gruppetto di amici appassionati di libri, organizziamo una piccola kermesse che si propone di valorizzare le produzioni editoriali locali, nello specifico gli editori e gli scrittori della provincia di Ragusa. La manifestazione si chiama “Lib(e)ri a Ragusa”. Per fortuna il territorio, in controtendenza con quanto accade nel panorama nazionale, risponde con un certo entusiasmo e ogni edizione riscontra sempre più successo. Stiamo già preparando la settima, che dovrebbe tenersi a fine anno,


Chiunque vorrebbe veder premiato un proprio lavoro. Talvolta, il riconoscimento d'un premio è un ottimo incentivo per continuare a perseverare, ma lo crede sufficiente? Quali sono a suo avviso le insidie che si potrebbero celare dietro la frenesia di voler essere in qualche modo sempre sul podio? Consideri la risposta come un consiglio da dare a un giovane che intende approcciarsi alla scrittura.
 
- I riconoscimenti attribuiti alle creazioni di uno scrittore, o di un artista in genere, sono gratificazioni importanti e stimolanti, un “energetico” fondamentale per proseguire lungo il cammino della scrittura che a volte è veramente faticoso, ma altrettanto determinante è la volontà di riuscire, direi pure con caparbietà, senza fermarsi davanti ai primi insuccessi. Anche gli artisti più famosi hanno avuto le proprie delusioni, e non solo agli inizi della carriera. La storia della letteratura ne è piena, basti pensare a Tomasi di Lampedusa o allo stesso Giovanni Verga. Il primo consiglio che posso dare a un giovane intenzionato a fare della scrittura la propria arte è quello di leggere tanto, possibilmente i giganti della Letteratura che hanno fatto grande il nostro Paese. Poi gli suggerisco di scrivere, ogni giorno, sforzandosi di produrre esattamente ciò che gli piacerebbe leggere, e mettersi in gioco partecipando a qualche Concorso Letterario. Oggi, per fortuna, c’è un’ampia scelta di Premi Letterari, molti dei quali seri e ben organizzati come il “Napoli Cultural Classic”. Concorrervi è certamente un’esperienza stimolante e formativa. Se i risultati dovessero arrivare sin da subito, bene, altrimenti non si deve mollare. Arriveranno.


Se un viaggiatore in visita nella sua amata Ragusa le chiedesse di mostrargli un luogo particolare, fuori dalle solite mete turistiche, cosa gli consiglierebbe?
 
- Porterei il viaggiatore nelle tortuose viuzze di Ibla, il cuore più antico di Ragusa, così ricco di leggende. Probabilmente riconoscerebbe molti degli scorci immortalati nella fortunata serie de “Il Commissario Montalbano”, ma non è per questa ragione che glielo condurrei. Mi piacerebbe fargli conoscere il passato attraverso ciò che resta, che per fortuna è ancora tanto. Pregherei il mio amico Gianni Dimartino, cultore e fine narratore di questi aneddoti, di accompagnarci e farci vivere, attraverso le parole, le emozioni dal sapore antico che più e più volte mi hanno suggestionato e ispirato. Infine, lo accompagnerei nella casa del Poeta Vann’Antò, a una decina di chilometri dal centro abitato, in una campagna ancora incontaminata che domina sul Mediterraneo, dove ho il privilegio di trascorrere il mio tempo libero, per ascoltare insieme l’eco dei suoi versi.
 
 
In realtà, con quest'ultima domanda, avendo visitato in lungo e in largo la Sicilia, ho inteso procurarmi un itinerario nuovo e un motivo in più per farvi ritorno. Un altro motivo per ringraziare l’autore.
 


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