martedì 11 maggio 2021

Intervista al M° Nuccio Trotta, da allievo dell'indimenticato M° Aldo Ciccolini ad appassionato interprete di Scriabin

a cura di Salvatore Barile

"Suonare Scriabin non è da tutti.
Bisogna avere viti smollate ed essere liberi
dove altri sono imprigionati."


Il Maestro Nuccio Trotta, musicista - pianista, originario di Bari, è una di quelle persone alle quali bene calza il famoso detto latino “Nemo propheta in patria”.
Conosco Nuccio Trotta da oltre trent’anni e ho avuto con lui esperienze musicali che mi portano a poter dire che Nuccio nello studiare ed eseguire brani di qualsiasi autore, ricerca in ogni “respiro”, portandola allo scoperto, ogni più intima e profonda idea del compositore entrando con egli in una sintonia che non molti riescono a conseguire. Da questo dipende anche la facilità con la quale, io strumentista a fiato, ho potuto esibirmi accompagnato da lui: Nuccio suona il Pianoforte come se stesse suonando uno strumento a fiato, parlando e cantando col Pianoforte, ogni minima sensazione e pensiero recondito degli autori.
Come accennato, con il nemo propheta in patria, da ormai oltre venti anni, egli risiede tra il Canton Grigioni ed il Canton Ticino nella Svizzera Italiana. Qui, il M°. Trotta nel 2020, anno della terribile pandemia da Covid19, ha inciso un primo importantissimo e unico per contenuto Compact disk, grazie alla Radio Televisione della Svizzera Italiana.
Ma andiamo per ordine, chiedendo dapprima al M. Trotta...


1) ...il motivo della scelta di lasciare la sua città, Bari, e trasferirsi in Svizzera, a parte quelli legati al fatto di aver creato qui, una famiglia

In qualche modo ho trovato una collocazione più idonea alla mia persona nel senso che l’Italia, paese dell’Arte, purtroppo non rende la vita facile ai musicisti. Il diritto di poter vivere di musica non è facilmente ottenibile in un Paese dove, spesso, i diritti si acquisiscono con altri mezzi non sempre leciti. Essere musicista è un diritto e dovrebbe essere rivestito di dignità come le altre attività.


2) Quindi qui, in Svizzera hai potuto continuare con più serenità la tua attività di insegnante e musicista pianista?

Certamente.


3) Torniamo indietro ai tempi della tua formazione. Se non ricordo male, hai studiato con il famoso M. Aldo Ciccolini. Parleresti di questa esperienza?

È stata una esperienza che non soltanto è indimenticabile ma che mi ha segnato. Aldo non poteva essere considerato “soltanto” una persona ma un faro di luce potentissima. Stargli accanto ti infondeva serenità. La sua cultura musicale era pressoché sterminata.
Alcuni miei colleghi di corso si divertivano a cercare brani sconosciuti e lui rammentava loro di averli suonati in quell’anno ed in quel teatro. Quando lo incontrai per la prima volta, dopo aver studiato con l’allora direttore del Conservatorio di Mosca, Sergei Dorenski in un master estivo a Salisburgo, gli suonai due tempi della Sonata Op.35 di Chopin. Bene, Aldo mi disse di aprire il libro ad una precisa pagina, di guardare un preciso rigo ed in particolare una battuta. Lì suonavo una nota sbagliata.
Io gli dissi di non credergli, ma constatai con sbigottimento che aveva ragione. Con me avevo un’altra edizione e lui mi disse il posto in cui si trovava la mia nota errata.
Molti di noi, suoi allievi, possono confermare aneddoti sulla sua memoria. Era Pico della Mirandola. Ma la prima cosa che mi disse quando lo chiamai Maestro fu “niente maestro, io sono Aldo”. Esaltava il tuo Essere, ti leggeva dentro.
Il suo suonare emanava energia dirompente fosse anche una sola nota.


4) È da questo evento che è nata la passione e l’amore per il “Pianismo” di Scriabin?

È nata casualmente nel momento in cui dovevo scegliere i brani del mio diploma di pianoforte con il mio allora maestro purtroppo scomparso, Valfrido Ferrari. Mi disse di studiare la Sesta Sonata di Scriabin. Successivamente, con dei master con maestri internazionali mi si aprì un mondo e sentii, nel mio profondo, di essere molto vicino a lui. Ottenni successo con Scriabin, conferme di maestri tra quali uno scriabiniano convinto ormai anche lui dipartito: Sergio Fiorentino.



5) …ed il sogno un giorno di immortalare la sua opera, con una incisione della sua opera eseguita/suonata da te?

Le 10 Sonate di Scriabin sono la summa dell’essenza della musica e soprattutto del pensiero di questo compositore che usò la musica come mezzo e non come fine meramente estetico per tentare di elevare lo stato di coscienza umana ad un livello superiore. Scriabin si interessava di teosofia, cosmogonia ed era così un personaggio trascendente. Ho sempre sognato e desiderato questo lavoro, che consta di due cd. Ho lavorato duramente per questo progetto, Quando iniziai non ero sicuro di poter essere in grado Quando terminai la registrazione (che avvenne in due sessioni separate di tre giorni l’una) scoppiai a piangere.




6) In Svizzera hai avuto questa opportunità e come accennato, in introduzione, grazie alle tue doti musicali hai potuto coronare questo sogno che, so rincorrevi dai tempi della nostra gioventù, incidendo le 10 Sonate di Scriabin. Come è nato questo “connubio” Scriabin-Trotta-RadioTelevisione della Svizzera Italiana?

È stato un progetto del mio produttore/amico della RSI, Giovanni Conti che ha sempre creduto in me consentendomi di registrare questo monumento della letteratura pianistica del ‘900. Non dimentichiamo che questa produzione è edita internazionalmente dalla casa discografica italiana Dynamic e distribuita in ogni dove dall’etichetta Naxos. Ringrazio per questo il direttore della Dynamic, Danilo Prefumo.


7) Cosa significa per te aver raggiunto questo obiettivo?

Registrare queste pagine è stata un’esperienza unica, faticosa e speciale. Ritengo di poter dire qualcosa sulle Sonate di Scriabin e per questo ho registrato. Molto spesso questo compositore non gode di buone registrazioni a causa del fatto che, non essendo un autore che può affiancarsi a Chopin o Beethoven, non gli si dedicano energie e tempo come merita. Devo menzionare anche il tonmeister Manuel Veronesi che mi ha raggiunto dalla Germania per potermi registrare. Incisioni eccezionali, come quelle di Sofronitzki (il genero di Scriabin), Horowitz esistono come pure il lorocontrario. Scriabin non è per tutti. Nel libretto che accompagna le sonate si trova una mia frase che recita: Suonare Scriabin non è da tutti. Bisogna avere viti smollate ed essere liberi dove altri sono imprigionati.

Perché la musica di Scriabin ha degli elementi fuori dalla comune immaginazione.

Se il pianista non è dotato in questo senso sarebbe come sentire Messa celebrata da un ateo.

Molti pianisti credono di poter suonare Scriabin ma in realtà quelle esecuzioni sono pallide e prive di ciò che ho detto prima. Note giuste e tanta noia. Persino Rachmaninov ebbe detrattori (giusti a mio avviso) per le sue esecuzioni del suo amico Scriabin.


8) Quali sono i tuoi progetti futuri?

Al momento sono impegnato con una nuova registrazione dei 24 Preludi Op.11 e 12 Studi Op.8. Il mio sogno è quello di poter diffondere quanto più possibile l’arte e l’anima di questo compositore. Per il 150esimo dalla nascita, che ricorre l’anno prossimo, mi piacerebbe suonare il Prometeo ed il concerto per pianoforte ed orchestra.


Al termine di questa intervista, chiedo al M. Trotta se vuole esprimere considerazioni che ritiene debbano essere fatte e che le domande poste non hanno permesso di esternare.

Non aggiungerei altro.


Ringrazio il M° e Amico Nuccio Trotta per l’intervista rilasciata, augurandogli buon lavoro nella realizzazione dei suoi futuri progetti.


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