Ospite: Assunta Spedicato
1) Ciao Assunta e benvenuta alla rubrica Intervista del menestrello. Vuoi presentarti ai nostri lettori, utilizzando massimo 100 parole?
Ringrazio dell’invito e saluto i lettori del Menestrello. Sono nata e cresciuta a Bisceglie, ma circa vent’anni fa, per ragioni lavorative, mi trasferii a Corato dove attualmente risiedo. Non ho passioni particolari, amo leggere e osservare la storia, assistere a concerti di musica orchestrale, andare al cinema e a teatro, visitare mostre e musei, dedicare quel tanto che serve all’ esercizio fisico e, ovviamente, viaggiare. Come si può capire ho interessi che mi accomunano a tanta altra gente. Solo nei ritagli di tempo, per quel che posso, mi presto a fare del volontariato culturale.
2) Parliamo della pubblicazione “Ubriaco di vita i miei giorni”. Com’è nato questo progetto e cosa rappresenta per te?
Uscivo da un periodo difficile e sentivo di voler esprimere il mio rinnovato amore per la vita. Inevitabilmente, tutti i testi composti in quel periodo rispecchiano lo stato d’animo di allora. Ne venne fuori una raccolta che presentai alla terza edizione del Premio letterario internazionale Casinò di Sanremo “Antonio Semeria” che, con mia grande sorpresa, si ritrovò in finale insieme ad altri due lavori. Durante la serata conclusiva che si tenne presso il teatro del Casinò di Sanremo, un attore professionista lesse, dinanzi ad una giuria popolare, gli estratti senza attribuzione delle tre sillogi finaliste. La mia ottenne un punteggio superiore e vinse quell’ edizione. Il premio, oltre alla targa, consisteva nella pubblicazione della silloge vincitrice. Approdavo così, nel 2017, alla mia seconda pubblicazione.
3) Seleziona una poesia da “Ubriaco di vita i miei giorni” e pubblicala qui sotto. Come e’ nata questa poesia?
Nutro tuttora un particolare affetto per la poesia che vado a proporvi, perché esprime paure e incertezze confidatemi da un amico, il quale, a seguito di un grave incidente, stentava a recuperare stabilità fisica e affettiva.
Nel delicato istante
Non voltarti
non bruciarmi il tempo
rischiando di inciampare
nel rovescio del mio aspetto.
Finché non avrai chiara
la bontà d’ogni parola,
non guardarmi! Ascolta
l’incedere del verbo
al passo del cromatico ritmo;
cedi all’incalzante danza
e abbandona al fremito
ogni lembo della pelle.
Raccoglierò riverberi di luce
per diradare le ombre della sera;
sarò nel buio delle palpebre sopite
a rafforzare nel silenzio
l’intimità di una preghiera.
Estenderò la voce
sull’equilibrio delle tue note
per accedere a quel limbo
dove risiede l’armonia.
Sarà questa –spero-
la dimensione dell’immagine
che gioverà ai tuoi occhi
nel delicato istante in cui
ti volterai.
Questa poesia è inoltre stata premiata al IV Premio letterario internazionale “Isabella Morra, il mio mal superbo” e inserita nella raccolta del Premio edita da “La vita felice edizioni”.
4) Parliamo della pubblicazione “Dedalo in luce “. Come è nato questo progetto e cosa rappresenta per te?
Come “Ubriaco di vita i miei giorni”, anche “Dedalo in luce” è il frutto del conseguimento di un 1° premio, in questo caso si trattava del Concorso di Poesia “Alla ricerca della prima perla” indetto dalla MonteGrappa edizioni nel 2014. La raccolta si presenta suddivisa in tappe, come un percorso che prevede l’attraversamento di un labirinto, e dove, chi scrive, è animato dal desiderio di trovare una via d’uscita, di elaborare in maniera definitiva le lacerazioni del passato.
5) Seleziona un poesia da “Dedalo in luce” e pubblicala qui sotto. Come e’ nata questa poesia?
La poesia che vado a proporvi è inserita in quella che rappresenta la prima tappa della raccolta “Bagliori dalle creature”. In essa vi si incontrano delle presenze suggestive che richiamano ricordi e visioni, e rappresentano i fili di partenza, i punti saldi dai quali lasciarsi guidare. Tra queste presenze vi è quella di mio padre, un affetto importante che si manifesta in poesia per rispondere all’ urgenza di ricongiungimento.
Con la stessa valigia
Non ci fu tempo
per i saluti,
né per intuire
un’inversione di stagione.
Ci mancò
lo scambio degli sguardi
e la confessione dei timori
risarciti dall’abbraccio.
Non ci fu verso
di ritardare le risposte,
l’impatto
con l’immagine eloquente.
Mi tradì, allora,
l’insofferenza alla pena
e la pace provvisoria
barattata con la fuga.
Avrei dovuto estrarti
dalla valigia che ti scortava,
non certo dalla trama
di chi dimenticava.
Ma occorreva stabilire una distanza
per poter intercettare
la traiettoria dei riflessi
e la loro assoluzione.
Quella valigia è un corredo
che completa il mio bagaglio.
Non nuocerà il suo peso
né l’incognita trafila.
Avrò l’esempio per compagno
e un sorriso di clemenza.
Finché terrai la mano, padre,
adagiata sulla mia vita.
6) Ricopri il ruolo di giurata e soprattutto di Presidente. Cosa rappresenta per te questo ruolo?
Premetto che per natura non amo caricare d’importanza le cose in cui mi cimento. Amo le sfide e tutto ciò che può rappresentare occasione di crescita. Per tale ragione, quando me lo si chiede, accetto di misurarmi nel ruolo di giurata, ma l’approccio è disarmato, e comunque sempre guidato dalla sete di emozioni, dalla voglia di sorprendermi per le immagini evocate e dal racconto, che preferisco considerare slegato, con una vita a sé, e per nulla dipendente dalla considerazione che potrei avere dell’autore in quanto persona. Mi piace leggere, tutto qui! e quando leggo sono semplicemente una lettrice… e basta.
Anche il titolo di Presidente mi sta stretto. Per quanto mi riguarda, non lo sono mai stata... continua a leggere
Nessun commento:
Posta un commento