È fresca di stampa, la raccolta di Poesia in forma di racconto “Dagli Appennini al Tirreno” di Gordiano Lupi & Fabio Strinati, un viaggio tra Piombino e le Marche nell’intento di ridare colore e forza alla bellezza.
Introdotta dalla raffinata analisi di Alberto Figliolia, la
raccolta si presenta suddivisa in due canti. Al primo di Lupi, sottotitolato
CANZONE PER PIOMBINO, fa eco il controcanto di Strinati che, con i suoi CANTI
MARCHIGIANI, calca l’idea di fondo e dà profondità al credo per una disarmante bellezza, da riadottare tutta.
Nelle pause, tra un’esecuzione e l’altra, fungono da corredo
le immagini corali proposte in bianco e nero. Sono le opere fotografiche di Riccardo
Marchionni e Massimo Ballanti.
Come non lasciarsi prendere dalle voci cristalline e dalle immagini
che sembrano riemergere dai versi di questi due poeti! Pur nella loro diversità
stilistica, le due voci si completano alternandosi ispirate. Creano un'amalgama convincente, una forma sincera che arriva a toccare la sensibilità del lettore imprimendo un soffio di vitale resilienza.
Sarebbe da ingenui, infatti, pensare che, nell’intento
poetico di questi due autori, ci sia soltanto la voglia di una rievocazione
nostalgica del panorama passato. Invece, come pure si legge nella prefazione, in
questa raccolta vi si condensano le geografie interiori di due artisti. Evidenti i percorsi umani, come ben definita appare la mappatura di due irriducibili mondi. Questi, come stormi di passeracci nero
fumo, hanno trovato casa adattandosi agli inevitabili sbalzi del tempo.
Così, armati d’un lessico personalissimo e affondando nelle radici dell’armonia
e dell’equilibrio, diventano esempio di un mutamento ideale, doloroso ma pur
sempre possibile. //“son viventi” come il piccolo pensiero,/ che nel
“complesso corpo” s’assembla/ e si trasforma, nell’infinitamente... e.../ perpetuo
moto quel mutamento//.
I versi scorrono longevi, evocano atmosfere per ricostruire ponti. Sono fiumi che mettono ai remi terre e tempi. E danno affluenza ad uno spazio
temporale che non gode affatto di prospettive nuove, piuttosto propone
orizzonti da rivedere, occasioni per osservare con ulteriore cura tutto ciò che
riguarda la funzionalità del passato a favore del presente. È lì, intorno al percorso
di quei fiumi, che gli autori lavorano da sempre ad arginare i territori umani
dall’incuria… a dimostrazione d’un fare resiliente.
E poi vi sono i mari, uniti anch’essi dal saper navigare la
parola. Ma non oso aggiungere altro, l’emozione per il viaggio è una garanzia
che Lupi e Strinati sanno alimentare già da tempo attraverso la scrittura.
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