Il nulla del mio male
di Assunta Spedicato
Il nulla del mio male
è fiele per il corpo,
è tarlo per la mente.
M’incatena nella sala dell’attesa
con il segno ai polsi
per il peso del lucchetto.
Si sforma la presa delle mani,
sfugge dall’incavo il sorso della vita
che ora langue sperso sui miei piedi.
Solo piccole gocce rimbalzano,
sfiorano il mio viso liquefatto
irrigato da lacrime invisibili.
Il fantasista della Concordia
(Giuseppe Girolamo – uno fra i tanti)
di Assunta Spedicato
Tra le braccia di quale amore
l’artista si ripara per riaffermare l’estro,
quando intorno vede spegnersi gli sguardi
e l’attenzione scivolare altrove
come la nave sulla profondità del mare?
Ecco che sfuma improvvisando
e inseguendo la scia di un’emozione,
svisa un motivo tra le note.
Con un cenno accorda il gruppo
affinché chiaro entri il brano.
Misurato, lega con l’assolo,
dà corpo al suono che vibra generoso.
Sul ponte frena lo scialaquio del tempo
e per incanto,
il talento richiama il sentimento.
Fuori dalla sala, oltre le finestre,
l’armonia cinge l’aria,
accarezzando il silenzio fin sullo sfondo,
dove le luci della costa
si fondono con l’energia del firmamento.
Suonerà ancora fino a tarda ora,
fino a registrare il suo caldo respiro
nello slancio estremo e nel tonfo scuro.
Ricordo sopravvissuto al naufragio
che ora geme, amaro, tra le note di quel brano.
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